Il cellulare di Roberto Bettega ha squillato nel pomeriggio, sul display un numero noto, dall’altra parte un accento francese. La nuova avventura juventina dell’ex centravanti, vicepresidente esecutivo e consulente di mercato è iniziata con una chiacchierata telefonica, è proseguita in serata con un incontro e si dovrebbe completare questa mattina in sede, quando Bettega affronterà con Jean Claude Blanc l’ultimo colloquio prima del suo ritorno.
LE PAROLE – «Confronteremo le nostre idee», spiega Bettega concedendo pochissime parole e pochi concetti a chi cerca di farlo parlare. Fedele al suo stile, per altro assai sabaudo, in cui i fatti hanno sempre prevalso sulle parole, il nuovo dirigente della Juventus schiva le domande e lascia trapelare solo le briciole di quello che spiegherà a Blanc questa mattina. Un concetto però lo chiarisce, la convivenza con Alessio Secco non è un problema, ma una risorsa per il club. «Come al Milan ci sono Galliani e Braida, alla Juventus possono coesistere Secco e Bettega. Il bene della società e della squadra viene prima di tutto».
L’AMORE – Già, il bene della società e della squadra: è questo che sta spingendo Bettega nuovamente fra le braccia del suo grande amore. Dopo aver festeggiato le nozze d’argento, il dirigente (che ha esordito in bianconero nel 1970) ha voglia di celebrare le «nozze d’oro», cosa che presupporrebbe altri dieci anni in seno al club per arrivare al 2020. D’altra parte è lui che si definisce «innamorato pazzo della Juventus», non un dettaglio nel quadro del suo nuovo ingresso che è sì una rivincita personale e professionale, ma soprattutto un ritorno a casa, l’unica che Bettega abbia mai riconosciuto.
ALLO STADIO – Non per niente in questi anni di distacco dal club, lui allo stadio si è quasi sempre visto. La Juventus l’ha seguita e l’ha capita, nei sui pregi e nei suoi difetti, elaborando qualche idea, qualche progetto e, soprattutto, qualche soluzione. Su una cosa sembra concordare con Blanc: un intervento immediato è necessario, ma non deve essere drastico. Traduzione: Ferrara per il momento non si tocca. Si aspetta la ripresa del campionato e si darà l’opportunità all’allenatore di risollevarsi contro il Parma e il Milan. In caso di ulteriori sconfitte, allora si dovrà prendere in considerazione l’esonero, altrimenti il cambio di allenatore è una strada da evitare.
Fonte: Tutto Sport di Guido Vaciago