Coppe Champions – Killer-Drogba: 2-2 a Torino e la Juve è fuori

Champions – Killer-Drogba: 2-2 a Torino e la Juve è fuori

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Juventus e Chelsea pareggiano 2-2 nella gara di ritorno e i Blues accedono ai quarti di finale in virtù della vittoria di Stamford Bridge. Iaquinta illude in avvio, Essien pareggia allo scadere del primo tempo, Del Piero riaccende le speranze su rigore ma Drogba chiude all’83’

 

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JuveA testa alta. La Juventus lascia così la Champions League, con il cuore gonfio d’orgoglio e nella piena consapevolezza di averci comunque provato, di aver dato tutto il possibile per ribaltare quel maledetto 0-1 rimediato sull’erba di Stamford Bridge nella gara di andata. Ci ha provato con l’imprevidibilità di Iaquinta, con il carisma di Del Piero, con il cuore di Molinaro e l’estro guizzante di Giovinco, e, per lunghi tratti, ci ha anche creduto: sull’1-0, sul 2-1, anche in 10, con l’uomo in meno, dopo un doppio cartellino giallo estratto ai danni di Chiellini sul quale si può indubbiamente discutere. Perchè questo Chelsea non è sembrato poi così stellare, con carburazione lenta e faticosa, e con un Cech in serata non particolarmente brillante: ma, ironia della sorte, la Vecchia Signora si è infranta sulla pugnalata di Drogba, arrivata così, a freddo, quando l’inerzia della partita sembrava essere tornata a pendere in suo favore, con i 27.000 tifosi dell’Olimpico pronti ad assistere a dieci minuti di elettrizzante forcing finale.

Dopo lungo rimuginare, Ranieri opta per una Juventus d’attacco, sfacciata, schierando il tridente con Iaquinta a fiancheggiare gli inamovibili Del Piero e Trezeguet, “mostri sacri” della storia bianconera, di quella che conta, di quella da Champions. Ed è subito una Juve frizzante, pimpante, a trazione anteriore, con Nedved e Molinaro a spadroneggiare a centrocampo. Il ceco dimostra dieci anni di meno per facilità di corsa, ma dopo un duro scontro a centrocampo con Anelka è costretto ad alzare bandiera bianca dopo soli 13′ di gioco, sostituito da Salihamidzic. E l’Olimpico si rattrista, perchè senza Pavel non è la Juve con la J maiuscola. Bisogna fare, se possibile, ancora di più: Iaquinta si cala alla perfezione nei panni del protagonista a sorpresa e al 19′, chiudendo una fantastica triangolazione con Trezeguet, scatena il boato di Torino mettendo la sfera alle spalle di Cech. La Juve ci crede, si può fare.

Del Piero prova a colpire dalla distanza, Cech ci mette i pugni: il sostegno del pubblico sale, il Chelsea sembra alle corde, ma la Juve pecca, forse, di eccessiva morbidezza. Passano i minuti, e la squadra di Ranieri inzia ad accusare la stanchezza per l’enorme sforzo profuso nelle battute iniziali: il centrocampo dei Blues comincia a carburare e a girare come un orologio svizzero, e Anelka trova spazio a ripetizione sulla sinistra per pungere. Al 45′ Buffon vola sulla sinistra nel tentativo di togliere dall’angolino basso una punizione calciata da Drogba: ci arriva in affanno, lasciando qualche dubbio quando il pallone rimbalza lungo (o forse oltre) la linea di porta. La Juve, per questa volta, si salva, ma un minuto dopo accusa il primo colpo: fucilata dalla distanza di Lampard, Buffon devia sulla traversa, la sfera (ironia della sorte) rimbalza ancora una volta sulla linea, ma Essien è il più lesto a mettere in rete: è 1-1 sul duplice fischio che manda le squadre negli spogliatoi.

Si ricomincia, e ci vuole una Juve con il coltello tra i denti, ma è il Chelsea a gestire i ritmi a centrocampo, anestetizzando la partita. Ranieri vuole maggiore energia, maggiore imprevedibilità, e al 61′ cerca l’azzardo giocando la carta Giovinco per Iaquinta. L’ingresso della Formica Atomica restituisce vivacità alla manovra offensiva bianconera, in particolar modo sulla sinistra, laddove anche Molinaro (uno dei migliori nel primo tempo) ricomincia a spingere con continuità. Al 65′ Trezeguet incorna tra le braccia di Cech, al 69′ Del Piero non aggancia per un soffio sottorete, ma due minuti più tardi un intervento scomposto di Chiellini a centrocampo spinge il direttore di gara ad estrarre il secondo cartellino giallo ai danni del difensore bianconero: Juve in dieci. Sembra finita ma…

Ribaltamento di fronte: punizione di Del Piero, Ballack devia con la mano in barriera. È rigore. Del Piero sul dischetto: il capitano calcia con calma olimpionica e spiazza Cech piazzando la sfera nell’angolino basso, alla destra. Seppure con l’uomo in meno, la Juve ricomincia a crederci. La partita, che sembrava morta, si riaccende improvvisamente, Giovinco strappa applausi sulla sinistra, la Juventus rialza il baricentro salendo in pressione, ma lascia inevitabilmente spazi nella propria metacampo. Lampard lo sa, e capisce tutto al volo: palla splendida per la sovrapposizione di Belletti sulla destra, cross basso al centro dove Drogba allunga la gamba per anticipare Buffon e mettere in rete. Il sogno svanisce, tra gli applausi, ma svanisce.


Fonte: Daniele Fantini / Eurosport

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