Europei 2020 Credono negli elfi, ora anche nei miracoli

Credono negli elfi, ora anche nei miracoli

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Sulle spalle portano nomi difficilmente pronunciabili per qualunque comune mortale dell’Europa mediterranea. Nomi bianchi stampati su una maglia blu, come lo sfondo della bandiera che rappresentano. Sono islandesi, credono negli elfi (lo fa il 56% della popolazione, fonte Guerin Sportivo), e da stanotte anche nei miracoli. Un popolo di 332mila abitanti ha indicato l’uscita dall’Europa all’Inghilterra, ma stavolta il referendum non conta nulla. I britannici di Hodgson, c.t. posizionato sulla panchina dei Leoni con invidiabile perseveranza, si sono inchinati a una delle Nazionali emergenti del panorama calcistico continentale, al 4-4-2 compatto di Lars Lagerback e alla voglia di andare oltre i propri limiti di Bjarnason e compagni. L’esterno offensivo sinistro, al pari di Halfredsson e Magnusson, rappresenta una delle conoscenze del calcio italiano avendo giocato nel Pescara e nella Sampdoria negli ultimi anni prima di approdare al Basilea. A stendere gli inglesi sono stati i compagni Sigurdsson e Sightorsson, bravi a rimontare da 0-1 a 2-1 il gol di Rooney su calcio di rigore.

Ma le statistiche e il tabellino lasciano il tempo che trovano nella notte di Nizza, valorizzata da una marea blu pronta a riversarsi nelle strade dopo aver fatto festa allo stadio. Stupisce come, ancora una volta, gli inglesi siano protagonisti opposti della storia. Sembra che quando l’orologio decide di scandire i tempi della leggenda, gli uomini della Regina siano destinati sempre ad essere dalla parte sbagliata. Prendiamo il 22 giugno 1986, ad esempio. Il giorno in cui Maradona decise di farsi beffe del mondo depositando il pallone alle spalle di Shilton prima con la mano e poi con un’azione devastante, due reti entrate di diritto nell’immaginario collettivo.

Stesso destino stasera, in questo 27 giugno dal sapore del ghiaccio islandese. A restare gelato è stato Joe Hart, portiere inglese che pure è parso bravo ad evitare che il passivo fosse addirittura più ampio dopo aver commesso l’ennesimo errore di una carriera ormai orientata ad essere macchiata da una evidente discontinuità. Non si stupisca eccessivamente chi vede l’Islanda clamorosamente troppo avanti nel cammino europeo. Nel girone di qualificazione alla fase finale i ragazzi terribili di Lagerback avevano fatto fuori già l’Olanda , mettendosi alle spalle la Turchia e chiudendo dietro alla sola Repubblica Ceca. Un movimento in netta crescita che aveva fallito l’appuntamento a Brasile 2014 a causa del ko nel play off con la Croazia. La vera favola di questo Europeo ha già lanciato la sfida alla Francia con spensieratezza e orgoglio. Il tabellone non sorride, ma poco importa. Se credi negli elfi, in fondo, nessun cammino può considerarsi precluso.

Francesco Carluccio

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