Torniamo comunque a Ibra. I fatti di sabato in Inter-Lazio, in particolare il gesto di stizza dello svedese verso il pubblico che lo fischiava, non sembrano essere casuali, come vorrebbe invece Moratti. Ieri il presidente nerazzurro – intercettato da Telelombardia – ha parlato di «una reazione istintiva» e ha ribadito che Ibrahimovic resterà: «Sì, sì, penso proprio di sì» ha detto poi sottolineando come l’episodio «sia stato più un fatto istantaneo perché Ibrahimovic in quel momento non si aspettava di essere fischiato. Me lo ha detto anche quando ci siamo parlati. È stata una reazione istintiva. Capita che il pubblico o una parte di esso in alcuni momenti, per timore o per tensione, non abbia altro modo di criticare che quello di fischiare, ma ci si aspetta, specialmente per giocatori come lui che hanno dato tutto, un po’ di comprensione. Però poi la reazione di Ibra sul campo è stata talmente buona che da parte del pubblico oltre alla comprensione c’è stata anche stima ed entusiasmo». Anche perché lo psicodramma si è chiuso con una vittoria di cui «c’era bisogno».
Le cose, però, non sembrano essere così semplici. Ibra ha fatto capire che la sua esperienza all’Inter potrebbe anche finire. «Voglio vincere la Champions con l’Inter ma posso farlo anche con altre squadre» ha detto a Canal Plus. «Io non mi sento un giocatore normale – ha proseguito Ibra – e devo essere egoista per riuscire a fare qualcosa diverso dall’ordinario e credo di essere capace di farlo. Mourinho? Ho avuto sei allenatori, e nessuno è come lui. Non dico sia un Einstein, ma nel modo di allenarmi, ha portato qualcosa di diverso». Il Real potrebbe essere la sua prossima tappa. Il club spagnolo sarebbe pronto a offrire 60 milioni di euro all’Inter, aggiungendo eventualmente Robben, e 15 milioni a stagione allo svedese. Moratti, nonostante i dinieghi, di fronte a cifre del genere potrebbe anche vacillare.