Lo svedese, autore del gol del 2-0 a Catania, esalta il successo in inferiorità numerica: “Siamo stati concentrati, compatti e forti. Ma gli arbitri sono troppo sotto pressione. Balotelli? Anch’io a 18 anni parlavo tanto, ma allo stesso tempo lavoravo”
Alla fine l’Inter esce comunque dal campo tra gli applausi del caldissimo (ma altrettanto corretto) Massimino. I primi li aveva strappati Ibrahimovic dopo l’ennesima mostruosa progressione, con i difensori siciliani al gancio nel tentativo di inseguirlo. “L’Inter ha dimostrato forza, compattezza e concentrazione — dice lo svedese —. È così che si vincono gli scudetti, ma la strada è ancora lunga. Questi sono tre punti pesantissimi, non è facile giocare in dieci e senza il nostro mister in panchina. Siamo forti anche senza di lui, evidentemente, lo saremo ancora di più da domenica prossima, quando avrà scontato la squalifica”. Sorride il Genio, ora a quota sedici gol in questa stagione, tredici dei quali in campionato. “Dove voglio arrivare? A vincere e basta. I numeri personali mi interessano meno della squadra. Pensiamo a restare al top e non guardiamo ciò che succede dietro di noi. Per quanto mi riguarda, io penso sempre a crescere, non mi accontento di ciò che faccio oggi, per me il domani deve essere sempre migliore”. È talmente di buonumore, infine, da non infierire su Rocchi, “perché avrà pure sbagliato, ma bisogna smetterla di mettere pressione sugli arbitri. Vanno aiutati da noi per primi”.