PRESUPPOSTI – E’ un fatto: i giocatori della Juventus guadagnano molto bene e tanti hanno accordi pluriennali in essere, perciò non sono facilmente sistemabili in altre squadre che non siano di vertice assoluto. L’esperienza del mercato passato ne è la dimostrazione: Tiago è rimasto, Poulsen pure (anche se lui ha rifiutato il Fenerbahçe, e questo è un altro elemento da considerare). Fatto numero due: buona parte dell’organico comincia a mostrare le rughe dell’età e del logorio per una carriera lunga e stressante. E siccome il progetto iniziale di sostituirne uno all’anno (si veda Diego per Nedved, anche se il ruolo non è il medesimo) pare improvvisamente anacronistico, è bene cominciare a guardare le carte d’identità. insomma, se la stagione si concludesse senza cambio di marcia ci si troverebbe nella necessità di fronteggiare una sorta di rivoluzione. Peraltro nel rispetto del calcio sostenibile, cui s’è fatta eccezione nel 2009 dei 52 milioni spesi.
CAMBIAMENTI – C’è di più: le grandi squadre europee hanno un’alternativa per ogni ruolo. La Juventus in questa stagione pure sfortunata (si pensi ai 37 infortuni) ha dovuto cambiare modulo proprio per l’assenza di alcuni cloni. Alessio Secco e il suo futuro collaboratore (o il suo sostituto) dovranno operare con attenzione ancora maggiore. Basta fare un paio di conti. Molti juventini rischiano di non rientrare nel futuro bianconero. Cannavaro (contratto fino al 2011), Grosso( 2012), Zebina( 2011), Camoranesi (2011) hanno limiti di età, manifestati dal rendimento e/o dagli acciacchi. Resta la sensazione, a tal proposito, che la Juve abbia voluto operare per gradi, quando invece – vista la qualità del settore giovanile – avrebbe potuto osare di più una volta ottenuta la promozione in A. Ma col senno di poi sono bravi tutti davvero. Ci sarebbe poi Del Piero. Ma Alex merita un discorso a parte perché è una bandiera e sta accettando la panchina con grande disponibilità. Infine Tiago e Poulsen soprattutto il primo, ora – continuano a non convincere.