Calcio Italiano Maldini: «Una vittoria per l’addio. Kakà capitano»

Maldini: «Una vittoria per l’addio. Kakà capitano»

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Il difensore saluta: «Ma prima battiamo la Roma. Ancelotti ci ha fatto vincere tanto»

 

MaldiniL’inizio e la fine. La presentazione e i saluti. Tutto in un giorno, quello di Milan-Roma. Che vedrà San Siro teatro della prima uscita della maglia 2009/10 e, soprattutto, dell’ultima partita ufficiale di Paolo Maldini davanti al proprio pubblico. Una data storica (esattamente 20 anni dalla Coppa dei Campioni conquistata a Barcellona, primo trofeo internazionale di Maldini) e per questo cucita sul cuore, sotto lo stemma del Milan. Dall’altra parte un patch bianco con il profilo di Maldini e la scritta «3 solo per te». Ai tifosi saranno consegnate le 24 figurine Panini della carriera del capitano rossonero e una sciarpa bianca con il nome del capitano. Al pensiero di un San Siro tutto esaurito e tutto per lui, Maldini già si emoziona e a Milan Channel assicura che qualche lacrima scenderà: «Sara così, sono un uomo, vivo di emozioni molto forti. Cerco di viverla in maniera molto serena, per fare in modo che l’addio non sia tanto amaro. La vedo come una festa celebrativa di questi 25 anni. Avrò al mio fianco tutta la mia famiglia, gli amici. Spero di avere la forza per giocare una buona partita e vincere. Poi mi rilasserò con tutte le persone che mi hanno voluto bene».

«ESORDIO IN A L’EMOZIONE PIU’ GRANDE» – Mancano ancora due partite prima di appendere gli scarpini al chiodo ma è già tempo di bilanci: «Tra le gioie della mia carriera metto innanzitutto l’esordio in serie A da ragazzino sedicenne contro l’Udinese. Tornando in pullman da Udine mi sono detto ‘Sono in grado di giocare in serie A’. Poi la notte di Barcellona, il primo successo internazionale che mostrò il Milan all’Europa. La notte di Manchester, da lì ripartì un altro ciclo, l’esordio al Mondiale del 1990 fu un’emozione pazzesca. Poi la vittoria di Yokohama e il premio Facchetti. Per quanto riguarda le amarezze, la semifinale dei Mondiali del ’90 a Napoli contro l’Argentina, le frasi gratuite di Traorè dopo la finale di Istanbul con il Liverpool, nell’intervallo di quella partita abbiamo fatto di tutto ma non festeggiare, anzi litigammo fra noi. Poi contestazione nei nostri confronti alla fine della stagione 1997/98: la gente deve capire che la sconfitta fa parte del calcio ed è assurdo arrivare a determinate manifestazioni di violenza o insulti verso chi ha dato tanto al club. La finale mondiale persa nel 1994 e il momento di sbandamento dell’Uefa con quella lettera nel 2006».

I COMPLIMENTI DI DEL PIERO: «SEI IL NUMERO UNO» – Era l’estate di Calciopoli, il ciclone giudiziario che più di tutti colpì la Juventus. Ma non è di questo che Alessandro Del Piero parla con Maldini, intervenendo a sorpresa nella trasmissione “Segni particolari”: «Sei il numero uno. Esistono i giocatori, i grandi, i fuoriclasse e poi quei calciatori che riescono ad andare oltre queste definizioni. Paolo è un esempio perfetto di questa categoria. Oltre alle sue qualità calcistiche e umane è riuscito a tagliare traguardi impressionanti, forse inarrivabili. La sua presenza per il Milan e il nostro calcio è unica. Questo insieme di cose rende Paolo il numero uno per eccellenza. Per me è stato un esempio, continuerà ad essere il simbolo del Milan e probabilmente è riuscito a soverchiare ancora di più sia Baresi che i grandi giocatori del Milan».

«FARO’ UNA LUNGA VACANZA» – «Ti seguirò sempre come amico», ringrazia Maldini che poi dà un appuntamento al capitano della Juventus: «Ci vediamo presto, tu sai dove: tanto ci incontriamo sempre in vacanza». E quest’anno per il difensore rossonero sarà più lunga del solito: «Dal 31 maggio ci sarà una lunga vacanza con la mia famiglia, tre mesi. Poi valuterò con calma le proposte». Magari con un po’ di nostalgia per i bei tempi andati: «La quotidianità sarà la cosa che mi mancherà di più. Il Milan è stato una buona parte della mia vita ed è ovvio che ne sentirò la mancanza. Avrò un lavoro diverso, vivrò situazioni diverse perchè non credo farò un lavoro che a livello emotivo mi darà cio che ho ricevuto da questo sport».

«I NUOVI NON FARANNO SENTIRE LA MIA MANCANZA» – Intanto il Milan dovrà trovare qualcuno in grado di non fare sentir e la sua mancanza in difesa e nello spogliatoio: «Quando sapevo che Baresi non avrebbe giocato mi sentivo orfano di qualcosa e mi dicevo ‘ora cosa faccio?’. Poi ho capito che la vita va avanti, ci sarà un contraccolpo ma con l’arrivo di nuovi elementi svanirà questa sensazione che ti manchi un giocatore piuttosto che un altro».

«KAKA’ CAPITANO SE RESTA A LUNGO» – Per il ruolo di capitano si è proposto Kakà: «C’è un momento nella vita in cui uno si deve prendere delle responsabilità e se Ricardo, come sembra, rimarrà qui a lungo, è giusto che uno come lui aspiri a diventare capitano del Milan. Ha la personalità giusta per farlo». Quasi fosse un segno del destino, l’ultimo avversario di Maldini a San Siro sarà la Roma. La squadra di pezzi della storia rossonera, nonchè tecnici o compagni di Maldini, come Nils Liedholm, Carlo Ancelotti e Fabio Capello ma anche la squadra di Francesco Totti, che ha compiuto lo stesso percorso di Maldini: dalle giovanili fino a diventare capitano e bandiera della Roma. «Lui non ha avuto una grande carriera a livello europeo, ma c’è ancora la possibilità nei grandi club di trovare giocatori che vengono dal vivaio e riescono a realizzarsi nella propria squadra. Avevo la speranza di giocare una partita importante per il saluto a San Siro e il caso a ha voluto che ci fosse Milan-Roma, una gara per noi decisiva contro un avversario forte».

«ANCELOTTI CI HA FATTO VINCERE» – In caso di vittoria sarà assicurato il posto nella Champions 2009/10 partendo dalla fase a gironi e il Milan potrà così svelare il suo prossimo allenatore: «Ancelotti ci ha fatto vincere e stare bene – dice Maldini – Questo è stato il segreto della sua longevità. Con lui è stato molto difficile che si creassero attriti tra squadra e tecnico o società». Eppure sembra che Berlusconi abbia deciso di cambiare: «Mi piacerebbe che domenica ci fosse pure lui allo stadio, sarebbe una piacevole sorpresa. Comunque, ha già dimostrato in questi anni il suo affetto verso di me». Proprio al presidente, e non solo a lui, il capitano di mille battaglie invia questo messaggio per il futuro, quello che non lo vedrà più protagonista: «Ci vogliono investimenti per rimanere al passo delle squadre che stanno dominando. Il Milan è un club che continua a essere ambizioso e questa è la sua forza».


Fonte: Corriere dello Sport

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