Calcio Italiano Ranieri si scopre in bilico “Se sbaglio vado a casa”

Ranieri si scopre in bilico “Se sbaglio vado a casa”

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Il tecnico della Juve, sempre più contestato dai tifosi: “Le quattro partite che mancano valgono il futuro. Io voglio restare, ma se continuiamo così…”. Sulle ragioni della crisi: “In allenamento la squadra vola, poi non so cosa succeda in campo. Gruppo spaccato? Non so”

 

Ranieri

“Le quattro partite che mancano valgono il futuro. Un allenatore cerca sempre di mettere in campo la formazione migliore, poi si assume le proprie responsabilità se le cose non vanno bene. Certo io voglio restare alla Juve, ci mancherebbe. Ma se poi sbaglio qualcosa, come ci hanno fatto notare i tifosi, allora devo andare a casa…”. C’è amarezza e rassegnazione nelle parole di Claudio Ranieri, sempre più contestato dalla tifoseria e a cui cominciano a mancare sponde anche all’interno della società.

CRISI – La Juventus ha incassato il 2-2 del Lecce al terzo minuto di recupero, e ora il Milan secondo è avanti di quattro lunghezze alal vigilia dello scontro diretto. La vittoria ai bianconeri manca dal 4-1 sulla Roma del 21 marzo. “Non voglio parlare dei programmi – dice Ranieri-. Dico solo che quello che stiamo facendo adesso non va bene. Stiamo sporcando un campionato che era ottimo fino a un mese fa. Bisogna solo trovare un rimedio a questa situazione. Abbiamo in mano tutte le carte buone per potercela giocare, certo dispiace perchè è tanto che non riusciamo a vincere. È tanto che subiamo gol, mentre prima eravamo una delle migliori difese. Ora continuiamo a segnare, ma ne prendiamo anche tanti”.
DUBBI – “Adesso – prosegue Ranieri – non è il caso di dire se la squadra era competitiva o no. Dobbiamo fare di tutto per tenere questa posizione e per qualificarci alla Champions senza i preliminari. Questa con il Lecce è stata una partita negativa. Tutto si era messo bene nella ripresa. Durante l’intervallo, sull’1-0 per loro, ci siamo rincuorati e abbiamo detto che dovevamo reagire perchè la partita non poteva finire così. Ora voglio parlare con la squadra, perchè in allenamento volano e poi non so cosa succede la domenica in campo. Durante la settimana non posso rimproverare i giocatori, vanno a mille, corrono, lottano e si impegnano nel lavoro. Poi non so neanche se ci sono spaccature all’interno del gruppo. Io penso solo a mettere i campo la formazione migliore e faccio i cambi durante la partita. Alle volte si fanno scelte impopolari, perchè c’è bisogno di altri giocatori e altri moduli”.
SCELTE – Come nel primo tempo con i pugliesi, quando il tridente Iaquinta-Del Piero-Amauri non ha funzionato. Meglio il secondo tempo, con il centrocampo nuovamente a quattro con Poulsen e Marchionni al posto del capitano e di Camoranesi. “I cambi avevano dato frutti, dall’1-0 eravamo andati sul 2-1 per noi. Poi il gol di Castillo nel recupero ha cambiato tutto. Sapevo che il Lecce era una squadra veloce, che cercava il contropiede. Io ho messo giocatori di qualità per giocare palla a terra e trovare soluzioni migliori. Purtroppo loro ripartivano con i lanci lunghi e contropiede. Nel secondo tempo il 4-4-2 ci ha permesso di controllare meglio il pallone”.

Fonte: Gazzetta dello Sport di gasport
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