Calcio Italiano Riparte l’Inter di Mazzarri: “Non mi pongo limiti”

Riparte l’Inter di Mazzarri: “Non mi pongo limiti”

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Walter Mazzarri, allenatore dell'Inter, in conferenza stampa da Pinzolo

Walter Mazzarri, allenatore dell’Inter, in conferenza stampa da Pinzolo

Riparte l’Inter di Mazzarri: “Non mi pongo limiti”. Da Pinzolo parte la nuova squadra di Walter Mazzarri, carico e voglioso per continuare il progetto della passata stagione. Ha parlato di tutti e di tutto senza risparmiarsi nulla.

Riparte l’Inter di Mazzarri: “Non mi pongo limiti”. Prima conferenza stampa dell’anno per l’allenatore dell’Inter Walter Mazzarri, che dopo i primi due allenamenti del ritiro estivo di Pinzolo incontra i giornalisti al “Pala Dolomiti” per spiegare propositi e idee in vista della nuova stagione, la seconda alla guida dei nerazzurri. Ecco le sue parole:

Si percepisce in questi giorni molta voglia di ripartire, partendo da Pinzolo. Quanta è effettivamente?
“E’ come il primo giorno in cui ho iniziato ad allenare. Sono carico, voglioso, anche perché con la società c’è stata molta chiarezza e stima reciproca, e questo mi ha dato più forza. I tifosi ci hanno accolto bene e questa è una carica ulteriore. I ragazzi li ho visti motivati, ci sono i presupposti per fare bene”.

Ma l’accoglienza ha fatto piacere a livello personale?
“Sì, ovvio. Ho sempre rispettato l’opinione di tutti, i tifosi hanno sempre ragione. Non ci sono mai stati problemi, ma se le risposte sono queste danno ulteriore stimolo e ti fanno sentire a tuo agio”. 

L’obiettivo dell’anno scorso era rendere questa squadra competitiva. Quale il passo successivo?
“Io non mi accontento mai, voglio far sentire i giocatori al primo posto, affrontare le partite con animo battagliero. Le mie squadre hanno sempre un’anima e quest’anno lo vorrò vedere di più, dopo un anno mi sento più sicuro di ciò che voglio proporre”.

Chi sarà il capitano?
“Colui che dimostrerà di essere più professionale, i requisiti sono tanti. Per me Andrea Ranocchia è il più adatto, perché ha i requisiti per prendersi questa responsabilità. Poi starà a lui dimostrare di meritarlo”. 

Il rinnovo le dà più fiducia?
“Io devo avere la fiducia delle parti, ho recepito questa sensazione e ho deciso di allungare il contratto. Anche io sono d’accordo sul progetto che inizia da ora e penso di essere la persona giusta per portarlo avanti, partendo da buone basi. Ci sono le direttive dettate dalla società, come la possibilità di fare mercato”.

Vidic non ha mai giocato a tre: sarà un problema o la sua esperienza permette di supplire?
“Mi mancano tanti giocatori che devono tornare dai Mondiali, lui è l’unico acquisto a parte Dodò ad allenarsi qui. Per lui ho iniziato con la difesa a tre per fargli capire i miei concetti e le mie intenzioni. Voglio che il ragazzo assorba i miei concetti, poi quando ci saranno tutti lavorerò sulla difesa a quattro. Poi lui è esperto, non penso ci metterà molto a capire la difesa a tre, perché è più facile rispetto alla difesa a 4 che ha meccanismi diversi”.

L’Inter è arrivata dietro rispetto ad altre squadre che possono investire ancora. Cosa la rende fiducioso?
“I valori tecnici non bastano, con l’organizzazione si può sopperire alla differenza. Se facciamo le cose meglio degli altri, se concorriamo insieme per un risultato, possiamo fare meglio di quelli che sono considerati i nostri valori tecnici. Il calcio va in questa direzione, pensate a squadre come Cile e Costa Rica al Mondiale che hanno messo in difficoltà squadre con valori tecnici superiori”.

Che Inter deve essere per essere un’Inter di Mazzarri?
“Incontrando tifosi e azionisti autorevoli mi hanno chiesto di vedere quest’anno una squadra che lotta e non molla mai. Quello è il primo punto, lavorerò molto su quest’aspetto al di là della qualità. Poi si può solo migliorare

Ci sono pochi centrocampisti, quindi la preparazione è difficile. E’ fiducioso sull’arrivo di un rinforzo? Ci sono garanzie?

“Dei nuovi parlo di Vidic e Dodò, gente acquisita. Degli altri preferisco non parlare, perché non sono nostri. Le idee sono quelle della società con la quale mi relaziono, poi saranno loro a dirvi. Thohir ha parlato in certi termini sotto certi aspetti”.

Della situazione di Rolando cosa pensa?
“E’ un giocatore gradito dal tecnico, ma questo non basta. L’anno scorso ha fatto una grande annata, se tornasse sarei felice”. 

Visto l’impegno in Europa League e l’assenza di punte con giocatori che arriveranno in ritardo, pensa ad una preparazione particolare?
“Avrei voluto il gruppo per intero oggi, ma c’è il Mondiale. Io e il preparatore sappiamo già cosa faranno, a breve ci sarà l’impegno di Europa League dovremo capire chi è già idoneo a giocare e tenere pronti quelli che ci sono già”.

Dodò è acquisto ideale per la difesa a quattro?
“Direi che Nagatomo e Jonathan hanno già giocato a quattro; Dodò è giovane, credo in lui; se non cambio modulo sarà uno dei 4 esterni che si alterneranno tra i vari tornei. Farà comodo al di là del modulo”.

Cosa cambia con l’arrivo in Europa League?
“Siamo partiti presto per preparare al meglio il preliminare, per dare una base tattica importante senza perdere in rapidità. Si rischia di avere i giocatori ancora imballati, quindi siamo stati attenti per il preritiro e per il ritiro dove ci sarà un lavoro molto leggero, con la palla e la rapidità che arriveranno cammin facendo con la giusta condizione psicofisica”.

Quanto è importante in estate l’arrivo di un terminale offensivo per evitare problemi come lo scorso anno?
“Ci sono due strade per fare gol, con tanti giocatori o col bomber; nelle mie squadre è più facile trovare più gente che fa gol, magari coi centrocampisti e gli esterni. Ci sono tante squadre con elementi che non danno punti di riferimento come Hernanes e Kovacic con Icardi. Hernanes alla Lazio ha fatto 12 gol, se in condizione può essere importante. Anche Kovacic se avrà fiducia potrà fare dei gol in un’annata intera. Non voglio che si pensi che senza attaccanti non si facciano gol”.

Il gap con le altre può diminuire? Qual è la chiarezza?
“La chiarezza è data dal progetto. Non mi pongo limiti, in società sanno che se fai le cose bene, se si vede che i valori tecnici iniziali vengono cambiati dall’organizzazione è un bene, e con la società abbiamo condiviso questa visione”.

Qual è il progetto su Guarin? Schelotto e Silvestre saranno utili?
“Il numero della rosa sarà un fattore importante, non ci devono essere esuberi. E’ un discorso in evoluzione vedendo anche chi arriverà e chi andrà via. Per adesso è presto dirlo, poi a fine mercato risponderò più precisamente”.

Si può dire che l’obiettivo sia un’Inter che giochi meglio e con più anima? 
“Spesso si dice che non si è giocato bene perché non è arrivato il risultato. Però in alcuni pareggi si sono tirati tanti corner e presi pali e traverse, quindi è stato prodotto calcio. Ma l’Inter alla fine contro certe squadre deve vincere quindi sembra che sia mancata il gioco. Con la Lazio però abbiamo giocato bene, quindi non sarei così negativo nel valutare la scorsa stagione. I ragazzi ora sanno cosa voglio, quindi penso si possa migliorare. Ma soprattutto nei 90 minuti vorrei una squadra che se la gioca sempre, lottando anche quando il risultato non è positivo”.

Ma quell’Inter non era quella di Mazzarri più sul piano dell’agonismo?
“Eviterei di parlare dell’anno scorso perché ho valutato molto durante la stagione. E’ stato un anno anomalo e nonostante ciò siamo tornati ad avere la visibilità che meritiamo, tornando a far circolare in Europa il nome del club, ed era importante. Ora comincia una nuova era che andrà valutata in modo diverso”.

Al di là dei nomi, se le voci di mercato si concretizzassero sarebbe soddisfatto?
“Quando parlo di chiarezza dico che sarei soddisfatto se la società riuscirà a fare il meglio, in base alla potenzialità della società, considerando questi parametri. Io credo che quello che abbiamo fatto è stato fatto bene in base a certi parametri”.

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