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Serie A, i voti della 34^ Giornata: Dieci alla ferocia della Juventus, Uno ai cori milanisti contro capitan Zanetti

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Nel weekend che ha virtualmente consegnato lo Scudetto alla Juve, si accende la corsa per il terzo posto grazie a una Fiorentina da urlo e a Pazzini devastante.

L’Inter perde ancora, ma soprattutto perde Zanetti. La Roma riabbraccia Osvaldo, mentre è sempre più viva la lotta per la salvezza

pagella10 alla ferocia juventina Mata il Toro con due incornate nel finale di Vidal e Marchisio, simboli della vera forza di questa squadra: il centrocampo. Manca solo un ultimo sforzo che, salvo sorprese, arriverà proprio in una data che evoca piacevoli ricordi al popolo bianconero: il 5 maggio. Un copione perfetto scritto per la squadra nettamente più forte del nostro campionato.

9 ai due ‘colpi’ di Pazzini – Entra, segna due gol, ribalta un match che il Milan stava perdendo e riporta il Diavolo al terzo posto. Salva la faccia anche ad Allegri. Il Pazzo dimostra inoltre di poter tranquillamente coesistere con Balotelli: basterebbe convincere Mario a sacrificarsi un po’ di più, o più semplicemente basterebbe provarci.

8 a un Osvaldo da sballo – Tre gol, un palo e una prestagione da urlo. Ma anche fischi, ingenerosi, che probabilmente segnano la fine del rapporto tra l’attaccante italo-argentino col popolo giallorosso. Una prestazione da urlo da parte di un calciatore che, con le giuste motivazioni e una maniacale concentrazione, potrebbe veramente diventare uno dei centravanti più letali d’Europa.

7 ai tris di Napoli e Fiorentina –I partenopei passeggiano a Pescara, pur senza Cavani, e cementano il secondo posto allontanando lo spettro dei preliminari di Champions. Prova di grande forza anche della squadra di Montella che ridicolizza il Doria a Marassi: col Milan sarà una bellissima sfida fino all’ultima giornata

6 alla corsa salvezza – Passaggio a vuoto del Siena a parte, che potrà comunque contare su un Emeghara chel’anno prossimo potrebbe meritare anche ben altre vetrine, la lotta salvezza si infiamma ancor di più grazie ai successi di Genoa e Palermo. Ci sarà da soffrire, fino in fondo. Una sola cosa è certa: non c’è nulla di certo, di scontato.

5 a un’Inter anche sfortunata –Niente da fare. Quando qualcosa deve andar male, va anche peggio. L’infortunio shock di Zanetti, uno che in carriera non si era praticamente mai fermato, è il simbolo di una stagione veramente maledetta per Stramaccioni e l’Inter. Piove sul bagnato: si ferma anche Silvestre.

4 al crollo di Parma e Lazio – Un pareggio soporifero tra due squadre senza motivazioni e senza energie. La prima, tra le vere rivelazioni della prima parte della stagione, una volta raggiunta la fatidica quota 40 non riesce più a divertire e a divertirsi. La formazione di Petkovic, invece, è arrivata a fine stagione in piena riserva e, da possibile outsider per il terzo posto, si ritrova fuori dall’Europa League e con un solo obiettivo in testa: la finale di Coppa Italia.

3 A una Samp irriconoscibile – Dov’è finita la squadra solida, tignosa, arcigna che in casa sembrava poter battere chiunque. La flessione doriana di queste ultime settimane è abbastanza inspiegabile, soprattutto quando la salvezza non è stata ancora raggiunta.

2 a un Toro non ancora salvo – Discorso simile a quello per la Samp. La squadra di Ventura perde il Derby e si scopre ancora invischiata nella lotta salvezza. Conviene svegliarsi in tempo, prima di ritrovarsi in un incubo senza fine.

1 ai cori di pessimo gusto contro Zanetti – Partiamo dal presupposto che la mamma dei cretini è sempre incinta, e che indipendentemente dai colori e dalla fede calcistica i maleducati sono presenti in qualsiasi curva. I cori di alcuni, pochi fortunatamente, tifosi del Milan contro un avversario storico, onesto ma soprattutto leale fanno male ai valori più nobili dello sport. Peccato.

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