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Serie A, i voti della 36^ Giornata: Dieci al Napoli da Champions, Zero agli scontri Atalanta-Juve

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10 AL NAPOLI DA CHAMPIONS LEAGUE – Lasciando perdere la Juventus extraterrestre di Conte la stagione del Napoli, col conseguimento del secondo posto con due turni d’anticipo, è da considerarsi un autentico capolavoro. Ad inizio stagione dopo la cessione di Lavezzi al PSG era francamente impensabile pronosticare un Napoli così competitivo, in grado di fare 15 punti in più rispetto all’anno scorso, di precedere squadre che hanno investito molte più risorse come Milan e Inter. Un’impresa frutto della tenacia e del lavoro magistrale di Mazzarri che ha costruito un collettivo di ferro e ha valorizzato al massimo due giocatori come Cavani (capocannoniere della serie A con 27 gol e per il terzo anno di fila capace di segnare 20 o più reti) e Hamsik, arrivati in Campania come promesse e divenuti ,nel corso di questi ultimi tre anni, due dei migliori interpreti del mondo nei rispettivi ruoli. Chapeau.

pagella9 ALL’UDINESE DEI MIRACOLI – Gli anni passano, i giocatori pure ma l’Udinese ogni anno riesce a centrare comunque traguardi eccezionali. Dopo due terzi posti consecutivi la formazione friulana, dopo le cessioni di Asamoah, Isla, Armero e Handanovic, sembrava una squadra in grado di lottare esclusivamente per una salvezza tranquilla. Invece con il solito mirabile operato di Guidolin, i gol di Di Natale e l’esplosione di nuovi giovani di qualità i bianconeri hanno praticamente ipotecato un posto in Europa League dopo la sesta vittoria consecutiva a Palermo e, vincendo gli ultimi due incontri, possono addirittura superare i 64 punti ottenuti nella passata stagione. Applausi a scena aperta.

8 ALLA MEDIA-GOL DI MARIO BALOTELLI – 11 presenze ed altrettanti gol (la media gol/minuti giocati dice una rete ogni 88 minuti) che hanno regalato al Milan sette vittorie e un pareggio. I numeri non saranno ancora quelli di Ibrahimovic ma certamente SuperMario da quando è arrivato alla corte del Diavolo ha mostrato una continuità, una concretezza e un peso specifico nelle fortune del Milan che forse nemmeno Galliani si poteva auspicare. Resta il problema di coesistenza con El Shaarawy ma per il momento la cresta rossonera più luminosa è la sua.

7 ALL’ORGANIZZAZIONE DEL CHIEVO – Ogni anno sembra in predicato di poter scendere in serie B e invece riesce a salvarsi con netto anticipo valorizzando giovani interessanti e mettendo in mostra un collettivo coriaceo ben allenato da Eugenio Corini, al primo anno di serie A.

6 AGLI APPLAUSI DEL BARBERA AL PALERMO – Nella giornata in cui si è assistito ai desolanti scontri, prima e durante la partita, di Atalanta-Juventus ci teniamo a fare un plauso e a rimarcare il comportamento sportivo dei tifosi del Palermo che, al termine della partita persa contro l’Udinese, hanno comunque applaudito i loro ragazzi nonostante la retrocessione in serie B sia praticamente ormai realtà. Queste scene siamo solitamente abituate a vederle in Inghilterra… Felici che si siano viste anche in uno stadio della nostra massima serie.

5 ALL’INTER E ALLA SUA STAGIONE MALEDETTA – Ok, il risultato è impietoso, ma la formazione di Stramaccioni – contro la Lazio – prova quantomento a giocarsela. L’”infortunio” di Handanovic e il modo in cui Alvarez sbaglia il rigore del possibile 2-2 fotografano perfettamente la stagione dell’Inter: un’annata in cui, se qualcosa può andare storto, andrà sicuramente male. Sfortuna a parte, però, resta la 15esima sconfitta in campionato, peggio i nerazzurri avevano fatto solo nel 1948 con 19. L’Europa, per la prima volta dal 1999, non vedrà l’Inter protagonista: il bilancio è sicuramente preoccupante.

4 ALLA ROMA CHE FALLISCE GLI APPUNTAMENTI IMPORTANTI – La sconfitta contro il Chievo fa male, perché con un successo la squadra di Andreazzoli avrebbe potuto momentaneamente agganciare la Fiorentina al quarto posto e perché con i tre punti avrebbe fatto un passo importante verso l’Europa. E invece i giallorossi perdono malamente in casa contro il Chievo e dimostrano, ancora una volta, di essere una squadra che si quaglia nei momenti topici della stagione. Ora la testa va alla finale di Coppa Italia: il non vincerla, a questo punto, renderebbe la stagione un fallimento.

3 AL PAREGGIO FRA TORINO E GENOA – Un’unica vera occasione in tutta la partita, di Barretto a metà ripresa. Poi il nulla, con i fischi dell’Olimpico che danno la perfetta dimensione di come questa partita non si sia praticamente giocata. Il pareggio, si diceva alla vigilia, sarebbe andato bene a entrambe, che ora sono quasi salve: e pareggio (scialbo, 0-0) è stato.

2 AL SIENA QUASI RETROCESSO – La retrocessione del Siena viene sancita di fatto dal triplice fischio di Orsato. La matematica non c’è ancora, è vero, ma per restare in Serie A servirà qualcosa più di un miracolo. La sconfitta contro la Fiorentina è il risultato che affossa definitivamente le speranze della squadra di Iachini, che ha lottato con impegno e coraggio contro la penalizzazione di 6 punti e che, in queste ultime giornate, era sostanzialmente già retrocessa sulla carta: il suo calendario era da brivido.

1 ALLA RETROGUARDIA DEL PESCARA – Onorare il finale di stagione significa altro: con la retrocessione matematica, la formazione di Bucchi avrebbe potuto giocare con più spensieratezza, ma – a conti fatti – quello che si è visto contro il Milan è un Pescara senza anima, senza organizzazione e senza idee: una squadra da Serie B.

0 AGLI SCONTRI DI ATALANTA-JUVENTUS – Ha ragione Chiellini quando dice che i teppisti che si sono resi protagonisti degli scontri a Bergamo non hanno colore: non sono tifosi juventini né tifosi altalantini. Sono semplicemente delinquenti.

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