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Serie A, i voti della 37^ Giornata: Dieci alla classe di Totò Di Natale, Zero ai cori di San Siro

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10 al cuore e alla classe di Totò – Altri due gol per ribaltare l’Atalanta e continuare a rincorrere l’Europa League. Eterno, infinito, lo ferma solo un brutto spavento al ginocchio. In attesa degli esiti ufficiali degli esami, forse solo tanta paura. Speriamo. Perché uno come Totò lo vogliamo vedere in campo anche l’anno prossimo, almeno. In bocca al lupo.

di natale9 alle geometrie di Borja Valero – E’ uno dei calciatori del panorama europeo più sottovalutato. Silenzioso, poco incisivo in zona gol, è però uno dei direttori d’orchestra migliori del calcio moderno. Mai banale, essenziale, micidiale quando disegna calcio tagliando come burro le difese avversarie. Da vedere, rivedere e ammirare ancora quello che inventa in occasione del gol di Toni. Con Xavi, Pirlo e Schweinsteiger, il miglior regista al mondo.

8 al Catania dei miracoli – Nessuno ne parla, o comunque lo si fa sempre meno. Colpa anche di chi fa il nostro mestiere. Ma i ragazzi di Maran se ne infischiano e continuano a fare quello che gli riesce meglio. Giocare a calcio. E, spesso, vincendo attraverso una prestazione maiuscola dal punto di vista del gioco. Record di punti in campionato e sorpasso in classifica ai danni dell’Inter. Applausi per una squadra e una società seria e preparata.

7 alla dedica di Moscardelli – “Volevo fare gol (in rete a Parma, ndr) da 13 mesi per mio figlio appena nato… Ecco, pensate che ha fatto in tempo a nascere il secondo”. Chapeau.

6 alla corsa per l’Europa – La Fiorentina ha ancora una piccola speranza per il terzo posto, anche se al Milan basterà vincere col Siena. La Lazio, invece, con la vittoria contro la Sampdoria resta aggrappata al treno Europa League – sempre in attesa della finale di Coppa Italia – rendendo gli ultimi 90 minuti elettrizzanti anche per Udinese e Roma.

5 alla festa rovinata di Parma – Vent’anni dopo la mitica e indimenticabile notte di Wembley di quel Parma capace di stupire l’Italia e l’Europa, il Tardini si riaccende di antiche passioni abbracciando eroi in grado di scrivere pagine indelebili della storia del club ducale. Taider, Moscardelli e il Bologna rovinano solo in parte una giornata storica per Parma.

4 al girone di ritorno del Pescara – A una giornata dalla fine del sogno A, contro una Fiorentina super motivata, la squadra abruzzese si ritrova a commentare come sia stato possibile conquistare appena 2 punti in tutto il girone di ritorno dopo i 20 ottenuti nelle 19 gare d’andata. Assurdo. Soprattutto se si considera che i due punticini sono arrivati in trasferta (Palermo e Roma) per la gioia di tutti i tifosi accorsi all’Adriatico nelle gare di ritorno. Solo sconfitte. Disastroso e umiliante.

3 alla non contemporaneità del Siena – Non sarebbe cambiato nulla, siamo quasi tutti d’accordo, ma in un calcio che chiede trasparenza e regole ben precise stride un po’ la decisione di far giocare – giustamente (anche se succede solo in Italia, negli altri paesi non ci si pone nemmeno il problema) – le contendenti per la lotta salvezza Palermo e Genoa alle 12:30 lasciando però il povero Siena (matematicamente ancora in corsa) a dover ingoiare l’ufficialità della retrocessione davanti alla tv a pochi minuti dal match del San Paolo. Perché?

2 alla retrocessione del Palermo Sannino-Gasperini-Malesani-Gasperini-Sannino. No, non è una filastrocca o la linea a cinque della formazione rosanero, ma semplicemente i nomi degli allenatori della squadra siciliana fagocitati da Zamparini in questa tragica stagione. Il numero uno rosanero ha cambiato più del solito, stravolgendo società e squadra in pochi mesi, mandando in totale confusione chiunque passasse per Palermo. Inevitabile e, obiettivamente, meritata la Serie B.

1 ai rossi di Muntari e Totti – Ma come si fa? Il capitano della Roma, in un finale palpitante ma corretto, perde per l’ennesima volta in carriera la calma e reagisce malamente alle provocazioni di un amico che evidentemente sapeva perfettamente quale nervo scoperto colpire. Peggio fa Muntari che non solo protesta inutilmente con l’arbitro, ma poi decide di bloccargli completamente le braccia per evitare l’ammonizione. Se ne becca così due di gialli, nel giro di una manciata di secondi, per una sciocchezza da bambini dell’asilo. Ingenuità al potere.

0 ai cori di San Siro – Rocchi è costretto, dimostrando personalità e sensibilità a certi argomenti, a sospendere il match tra Milan e Roma per cori razzisti nei confronti di Balotelli. Noi, invece, siamo costretti a commentare il solito stupido gesto di qualche centinaia di idioti che allo stadio non ha niente di meglio da fare. Non cresceremo mai…

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