Calcio Italiano Spalletti: «Nessun contatto con la Juve»

Spalletti: «Nessun contatto con la Juve»

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Ma il tecnico non toglie i dubbi sulla sua permanenza a Roma
Spalletti«Mi piacerebbe ritrovare Ferguson in futuro da avversario»; «quelli che fanno il mio lavoro devono essere sempre pronti a cambiare squadra, soprattutto nel nostro calcio»; «la Roma ora ha le potenzialità per confrontarsi con qualsiasi club al mondo e questo dato è fondamentale, al di là che resti un giocatore o un allenatore»; «se il mio staff sta lavorando alla prossima stagione? Conti e Pradè stanno facendo loro lavoro». Quattro frasi, un paio estrapolate da contesti diversi da quello della Roma, come ad esempio quella su Ferguson o quella sugli allenatori che devono essere pronti a cambiare squadra (risposta a una domanda sul futuro di Ancelotti), ma comunque quattro indizi (per fare una prova ne bastano tre) che messi insieme fanno aumentare vertiginosamente le percentuali di un Luciano Spalletti al passo d’addio con la Roma, dopo quattro anni sulla sua panchina.

NESSUN CONTATTO CON LA JUVE
– Il tecnico ha ribadito di non avere ricevuto offerte dalla Juventus e che il suo futuro lo deciderà dopo l’incontro con la società: «La famiglia Sensi ha dato molto dal punto di vista professionale, ho sempre avuto un buonissimo rapporto con loro, al di là di qualche piccola battuta o cose dette per tentare di migliorare le nostre situazioni». Sembrano però parole tese ad evitare un clima di scontro, soprattutto dopo la rinnovata fiducia ricevuta da Rosella Sensi, più che il preludio a un accordo sulla permanenza del tecnico toscano. Che sa bene alcune cose, ad esempio che prima «di ritrovare Ferguson da avversario» dovrà aspettare almeno un anno (anche se mercoledì sarà allo stadio per la finale di Champions «grazie alla società che all’ultimo mi ha rimediato il biglietto») e che gli allenatori devono «essere sempre pronti a cambiare squadra»; poi lascia intendere di avere concluso un percorso portando la Roma ad altri livelli, quindi aggira la domanda sui programmi della squadra che, se arriverà sesta, tra poco più di un mese sarà già in ritiro.

LA PARTITA CON IL MILAN
– In questo clima di grande incertezza i giallorossi arrivano alla partita col Milan, da non fallire onde evitare brutte sorprese nella corsa all’Europa League: «Molte delle possibilità del prossimo anno sono legate al risultato di San Siro– dice Spalletti- Noi siamo davanti a Palermo e Udinese, abbiamo la possibilità di giocarcela dipendendo dai nostri risultati. Dentro la testa dei calciatori ci deve essere la convinzione della nostra forza e la ricerca della determinazione corretta. Dobbiamo andare a Milano coraggiosi e intenzionati a fare risultato». Anche se i pericoli da respingere saranno diversi: «Bisognerà stare attenti ad alzare la difesa perchè Inzaghi è bravo a buttarsi dentro, non dobbiamo fare prendere velocità a Pato con la palla sui piedi e poi c’è Kakà che si va a mettere una volta a destra e una a sinistra. Dovremo essere bravi a prevenire questi tipi di attacchi e a restare corti».

L’ADDIO DI MALDINI
– Poi, ci sarà l’ultima di Maldini a San Siro: «Sarà un’insidia in più, perchè sarà un ulteriore motivo per trasmettere alla sua squadra determinazione per vincere. Mi mette un pò di tristezza il fatto che lasci il calcio uno come Maldini. È uno sportivo nel vero senso della parola e a uno come lui verrebbe voglia di fargli vincere anche quello che non ha vinto». Con ogni probabilità sarà l’ultima a San Siro anche per Carlo Ancelotti: «Quelli che fanno il mio lavoro devono essere sempre pronti a cambiare squadra, soprattutto nel nostro calcio. Lui è stato qualcosa di particolare per come ha vinto col Milan e può darsi che sia arrivato il suo momento. Ma devono ancora dare l’ufficialità e non mi sembra che Carlo abbia lanciato segnali in questa posizione. Gli auguro il meglio perchè nel suo lavoro ha fatto una carriera tipo Maldini, è un gran signore e grazie a Bruno Conti è anche un grande amico».

BAPTISTA IN DUBBIO
– Come ormai gli capita da inizio stagione, Spalletti dovrà fare i conti con alcuni problemi di formazione. Out Panucci e Perrotta, Baptista acciacciato e Juan non è scontato ce la faccia a partire titolare: «Baptista ha preso una ginocchiata nel muscolo sopra il ginocchio, gli si è infiammato un pò il tendine e ha un ematoma in corso. Attualmente non potrebbe giocare perchè gli fa male. Spero di rivedere Juan in campo. Sul finire dell’allenamento mi ha chiesto di uscire dieci minuti prima perchè gli stava venendo dolore alla parte a rischio». Il brasiliano non gioca dalla partita con l’Arsenal, nella quale segnò permettendo così alla Roma di arrivare fino ai rigori: «La Roma ormai è salita a un livello tale che bisogna imparare a riconoscere ciò che fa la differenza, i particolari. Confrontando quello che hanno fatto quest’anno Lazio e Roma, la differenza è in un calcio di rigore: se lo fai ti cambia meritatamente tutta una stagione, se lo sbagli te la fa apparire totalmente diversa. Per noi hanno influito i rigori sbagliati in Supercoppa e in Champions. La Roma è una squadra di livello, è cresciuta e ha nelle potenzialità la possibilità di confrontarsi con qualsiasi club al mondo. Questo è il dato fondamentale al di là che resti un giocatore o un allenatore, che ci sia la possibilità di lavorare in un certo modo perchè la squadra è forte e non ci saranno problemi».

FIORANELLI
– Se poi arrivasse Fioranelli…: «Non conosco la persona per cui sarebbe sbagliato commentare. Dietro alla Roma ci sono interessi importanti, come la costruzione di uno stadio, che sarebbe fondamentale». Spalletti preferisce parlare di quello che sa e limitarsi al momento attuale: «Conti e Prade stanno facendo il loro lavoro. I miei collaboratori? Tutti si adoperano per la crescita e la continuazione, fa parte della professionalità del ruolo, fino all’ultimo minuto». Che potrebbe scadere tra non molto.
Fonte: Tutto Sport
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