Calcio Italiano Totti: «Il nostro segreto? La voglia di Roma»

Totti: «Il nostro segreto? La voglia di Roma»

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Il capitano giallorosso alla vigilia di un ciclo fittissimo di partite si confessa al Corriere dello Sport-Stadio: «Il gruppo è compatto, ci guida la grande passione. A tutti i nuovi arrivati l’abbiamo trasmessa noi romani, quelli del gruppo storico, dirigenza compresa. Con la Juve una vittoria ottenuta col cuore. Occhio al Siena: è una squadra da non sottovalutare»

 

TottiAbbiamo ripreso la marcia spediti sia in campionato che in Coppa Italia e ora co­mincia un ciclo di par­tite molto importante, su tutti e tre i fronti, visto che c’è anche L’Europa League (18 febbraio). Dovremo farci trovare pronti con tutta la rosa a disposizione. Purtroppo c’è stato l’infortunio di Lu­ca che ci penalizzerà per un po’ di tem­po. Spero che torni presto, già vedo nei suoi occhi la voglia di recuperare in fretta. Questo ci fa ben sperare, per­chè, come avete visto tutti, quello di Toni è stato un acquisto azzeccato. Peccato non averlo avuto a disposizio­ne prima. Ho sempre detto che il no­stro è un grande gruppo formato da uomini veri e da professionisti seri, al quale nel tempo si sono aggiunti tanti colleghi che si sono inseriti alla gran­de a livello umano perchè quelli della vecchia guardia si sono sempre messi a disposizione dei nuovi. Adesso vedo che tanti salgono sul nostro carro, ma solo qualche mese fa in tanti ci aveva­no scaricato e ci davano per spacciati. Nella mia vita sportiva contano solo i fatti e i numeri, non mi piace appari­re quando le cose vanno bene, sarebbe troppo facile. Credo che questa rinascita sia dovuta alla compattez­za del nostro gruppo storico, che ci ha sem­pre fatto ripartire da situazioni negative che abbiamo trasformato in positive. Probabil­mente il segreto degli ultimi cinque anni è proprio questo, la voglia di Roma e della Roma di noi cal­ciatori. Il profondo senso di apparte­nenza che ci distingue dagli altri. Non mi piace fare esempi, ma faccio un’ec­cezione. John Riise è il giocatore del momento, eppure quando è arrivato è stato messo in discussione dal punto di vista fisico e tecnico, sembrava quasi che non potesse giocare al calcio.

TUTTI SMASCHERATI – Le persone che parlano bene a mi­crofroni aperti e poi parlano male die­tro le quinte non mi sono mai piaciute. Ma ormai sono stati quasi tutti sma­scherati. E concordo con quello che ha detto il nostro presidente, il segreto è la Roma dei romani. Noi che facciamo parte del gruppo storico, as­sieme alla proprietà, a Bruno Conti e Daniele Pradè, abbiamo sem­pre messo la faccia nei momenti meno belli, sempre in difesa della nostra Roma, a pre­scindere da tutte le speculazioni che ruotano intorno alla nostra squadra. Tanti si prendono i meriti del succes­so di questo periodo, ma credo che ap­partengano a chi lavora quotidiana­mente e nell’ombra, lontano dalle tele­camere e dai microfoni.
Domenica affronteremo il Siena, che nonostante l’ultimo posto è una squa­dra allenata da un tecnico che fa gioca­re bene le proprie squadre, basti pen­sare alla partita contro l’Inter. Ora che alla guida della società c’è Massimo Mezzaroma, che ricordo con affetto quando era alla Roma e si occupava del settore giovanile, credo che le co­se andranno meglio. Il nuovo presidente tra­smetterà alla squadra la voglia di far bene nello stadio della sua città. Dovremo stare molto attenti per porta­re a casa il miglior ri­sultato possibile. Pochi giorni dopo giochere­mo in semifinale di Coppa Italia.

VITTORIA CON IL CUORE – Sabato scorso abbiamo ottenuto una vittoria con il cuore e con la voglia di crederci fino alla fine. Sono le caratte­ristiche che ci ha trasmesso Ranieri, un allenatore che conosce perfetta­mente il carattere e la passionalità dei nostri tifosi perchè lui è tifoso quanto loro. I commentatori televisivi hanno innescato una futile polemica riguardo al mio mancato riscaldamento con la squadra e al ritardato ingresso in cam­po. Sono stati male informati, perché prima della partita ho dovuto sottopor­mi a una seduta particolare di fisiote­rapia che poteva essere fatta solo pri­ma della gara per ave­re il suo effetto e per consentirmi di entrare. Di questo ne erano a conoscenza il medico, l’allenatore e i dirigen­ti presenti nello spo­gliatoio. Quando Ra­nieri mi ha chiamato ci ho messo un po’ di tem­po perché ero ben coperto per proteg­germi dal freddo e non pensavo di en­trare subito. Non capisco perché deb­bano dare informazioni distorte a mi­lioni di telespettatori senza informar­si bene sull’accaduto. Non avevo mai segnato a Torino con la Juve, è stata una sensazione unica.


Fonte: Corriere dello Sport

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