Calcio Italiano Zarate: “Per sempre alla Lazio”

Zarate: “Per sempre alla Lazio”

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Dall’Argentina, dove si sta godendo le vacanze in attesa della prossima stagione, l’attaccante parla del suo grande feeling con la città di Roma. Tra un pensiero alla Seleccion e la mente già proiettata alla Supercoppa contro l’Inter, confida di sentirsi “come a casa” nella capitale


ZarateVivere a circa 12 mila chilometri di distanza dalla famiglia e sentirsi ugualmente come a casa propria. E’ questa la sensazione che Mauro Zarate dice di provare da un anno a questa parte, da quando cioè è sbarcato a Roma, sulla sponda laziale. Una sensazione tanto piacevole, evidentemente, da spingerlo a confidare che desidererebbe “restare per sempre alla Lazio”. Con un passato da girovago nonostante la giovane età (a 22 anni ha già giocato in Argentina, Qatar e Inghilterra prima di approdare nel nostro Paese), El Zorro sembra intenzionato a mettere radici nella capitale e convertirsi in una bandiera della Lazio. La spiegazione di questo desiderio non sta solo nel buon rapporto con la società, da cui si sente “trattato benissimo”, ma anche nello “splendido rapporto instaurato con la gente e con i tifosi”.

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L’AMORE PER LA CITTA’ — In tempi non sospetti aveva già ammesso di essere rimasto “meravigliato dalla bellezza della città”, ma quello che l’attaccante argentino fa capire di apprezzare di più è la familiarità che ha subito sentito con la città e la sua gente, “fondamentale” per chi, come lui, soffre la nostalgia di casa, tanto da decidere di trascorrere l’intero mese di vacanza a disposizione al freddo inverno di Buenos Aires per poter stare con la famiglia e gli amici. “Quando sono arrivato a Roma mi sono subito sentito come a casa. Mi sono adattato immediatamente, perché la gente è molto simile rispetto all’Argentina. E’ molto socievole e affettuosa, e te lo dimostra in un modo che non esiste altrove”. Per spiegare “l’enorme affetto” che dice di ricevere dai tifosi laziali, non esita a raccontare un aneddoto dei primi mesi romani. “Il primo giorno che sono entrato nel ristorante sotto casa, il padrone del locale, sfegatato tifoso laziale, mi si è inginocchiato davanti e ha iniziato a urlare. Ricordo ancora l’imbarazzo che ho provato in quel momento”, dice prima di scoppiare in una sonora risata e ammettere che, più di una volta, viene esentato dal pagare il conto. Alla mancanza dell’asado argentino ha sopperito con abbondanti dosi di pasta. “Se ne mangia davvero tanta in Italia. La pasta è sempre presente, non manca mai”, racconta, assicurando comunque di “non rinunciarvi mai”.

FUTURO BIANCOCELESTE — Dopo la prima stagione da laziale, conclusa con 16 gol all’attivo e la conquista della Coppa Italia, l’obiettivo di Zarate è quello di far crescere le ambizioni della squadra e condividere importanti successi, anche oltre il 2014, data in cui scadrà il contratto firmato lo scorso 18 giugno con il presidente Lotito. “Resterei alla Lazio per tutta la carriera. Voglio migliorare insieme alla squadra e lottare presto per grandi traguardi, come scudetto e Champions League”. Oltre al bel rapporto con la città e i suoi tifosi, si dice “entusiasta per il gruppo di compagni e il clima dello spogliatoio”, dove , garantisce, “ci si diverte sempre come matti”, soprattutto grazie agli scherzi di cui Pasquale Foggia è spesso artefice. “Foggia ne fa di tutti i colori. A volte capita di tornare negli spogliatoi a fine allenamento e rendersi conto che sono scomparse le scarpe. Altre volte ancora, può succedere di rovistare nel borsone e scoprire che qualcuno ci ha rovesciato dentro un flacone intero di shampoo”, racconta divertito. “Siamo davvero un bel gruppo”, afferma con tono deciso.

Dopo il gol nella finale di Coppa Italia contro la Sampdoria. Ap

LA VITA PRIVATA — Fuori dal campo e nei momenti liberi, Zarate si descrive come una persona “molto semplice”, che cerca di stare a casa il meno possibile. “Esco spesso, non riesco a stare troppo tempo in casa. Esco per fare colazione, incontrarmi con qualche amico, fare sport, cenare o semplicemente passeggiare. E’ duro stare in casa, perché si sentono maggiormente la solitudine e la distanza dagli affetti”, spiega, rivelando le ragioni di un carattere che egli stesso definisce “irrequieto”. Tuttavia, anche dormire non è una cosa che disdegna, e ammette di “restare a letto fino a tardi ogni volta che non ci sono partite o allenamenti”. Dopo le brevi esperienze in Qatar e in Inghilterra, dove ha più volte detto di non essersi mai totalmente ambientato, Zarate sembra aver trovato la sua giusta dimensione nella capitale. “Faccio una vita tranquilla e ho un buon gruppo di amici, compresi i miei compagni di squadra. Sto bene, perché in fin dei conti faccio la stessa vita che facevo quando vivevo ancora in Argentina”.

GLI OBIETTIVI — Dopo una stagione vissuta da protagonista, inevitabile chiedergli se non si aspettasse la prima convocazione in nazionale “Non so se dire che me l’aspettavo, però ci speravo”, dice con un velato rammarico, anche perché confida di “non aver ricevuto mai nemmeno una telefonata da Maradona”. Ma Zarate non perde comunque le speranze, fiducioso che un’altra stagione positiva possa permettergli di conquistare la maglia albiceleste già a partire dai prossimi mondiali. “Sono convinto che il lavoro paga, e se saprò confermarmi e migliorarmi potrei anche riuscire ad andare in Sud Africa con la seleccion”. Tuttavia, senza proiettarsi troppo in là con le ambizioni, Zarate ha già fissato il prossimo obiettivo concreto: il 9 agosto a Pechino, dove la Lazio contenderà all’Inter la Supercoppa italiana. “E’ già nostra, non ci sono dubbi”, afferma deciso. Chissà che, per i tifosi biancocelesti, l’estrema sicurezza di Zarate non sia benaugurante tanto quanto il nome dello stadio che ospiterà la sfida, il Nido d’Uccello, dove l’aquila laziale spera di festeggiare il terzo trionfo nella competizione.


Fonte: Gazzetta dello Sport di Adriano Seu

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