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Coppa Italia, l’Inter asfalta la Juventus: Lezione di calcio ai bianconeri, beffata ai rigori

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BrozovicCoppa Italia, l’Inter asfalta la Juventus: Lezione di calcio ai bianconeri, beffata ai rigori. Questa è la pazza Inter che tutto il popolo nerazzurro ama e forse nessuno credeva alla rimonta ed in pochi si sarebbero aspettati la reazione che porta all’impresa. Tre schiaffi ad una Juventus presuntuosa com’è nel suo stile ed il risultato di 6-0 sarebbe stato più giusto, grazie ai miracoli di Neto.

Coppa Italia, l’Inter asfalta la Juventus: Lezione di calcio ai bianconeri, beffata ai rigori. L’Inter ordinata in tutti i settori del campo ribalta i pronostici e regala ai suoi tifosi una notte magica e memorabile. Il sogno accarezzato della finale non scalfisce la prova straordinaria dei nerazzurri, che tra i due match di andata e ritorno meritava di più la squadra di Roberto Mancini. La Juventus si dimostra presuntuosa, specialmente tra i suoi senatori e l’allenatore e così subisce uno, due, tre colpi micidiali ed è messa continuamente all’angolo, non ha la forza di reagire perchè l’Inter non glielo permette, è tramortita, fatica a reagire contro la migliore Inter della stagione. E’ stata per Roberto Mancini e tutti i giocatori la partita del riscatto, la prima di una serie di dodici finali da non sbagliare come voleva il tecnico jesino, per i bianconeri si è trattato di in un incubo che non lo dimenticheranno mai più. Alla fine sono i rigori a salvare la faccia dei giocatori,  di Max Allegri e del presidente Agnelli che dalla tribuna tremava lui e tutti i suoi collaboratori. Una lezione di vero calcio.

Coppa Italia, l’Inter asfalta la Juventus. Sin dai primi minuti si capisce l’indirizzo della sfida ed il dominio dei nerazzurri è totale. Roberto Mancini ritrova Brozovic top-player e risulta il faro della mediana insieme ai due titani, Medel e Kondogbia. La crescita mostruosa del francese, che purtroppo è dovuto uscire per un colto al capo,  è sotto gli occhi di tutti, in primis tutti quelli che lo avevano addidato il flop del calciomercato nerazzurro, il cileno invece è padrone dei contrati, ringhia e capta ogni pallone gli passi davanti. Il segreto di Roberto Mancini è proprio questo, la supremazia dell’Inter è evidente e schiaccia la Juventus nella loro metà campo grazie al lavoro superlativo ed instancabile dei tre. In attacco sono i tre moschettieri che mettono il bavaglio alla Juventus e non danno punti di riferimento ad Allegri che predica calma ed è il primo ad essere nervoso. Sono loro, Perisic, Eder e Ljajic  a mettere scompiglio nella retroguardia bianconera ed a chiamare il portiere Neto agli straordinari.

Perisic, Eder e Ljajic, tutti e tre esclusi nel match dello Juventus Stadium. Stavolta, invece,  tocca a loro e il copione è diverso e la difesa bianconera soffre in continuazione le loro invenzioni ed accelerate. Ljajic è presente a tuttocampo e svaria da destra a sinistra senza dare punti di riferimento, Eder risulta immarcabile e minaccia continuamente l’area avversaria, ma il “fenomeno” di San Siro è Perisic che si scatena nella ripresa dopo il gol arrivato su assist dell’italo-brasiliano.  Sulla corsia di sinistra si beve continuamente Cuadrado e Lichtsteiner, mentre Max Allegri che non sa a quale santo aggrapparsi, inserisce anche Barzagli e poi Pogba con la speranza di difendere meglio e cercare qualche soluzione in più in avanti. Nel finale Perisic si beve l’avversario di turno, s’incunea in area di rigore è guadagna il penalty che certifica il 3-0, realizzato da Brozovic.  Altra forza e velocità rispetto all’avversario che lo marca. Mancini vuole più forza e a dare più spinta in attacco, manda in campo di Biabiany, che prende il posto di Kondogbia al 45′.

La squadra di Mancini ha cambiato volto anche in difesa con D’Ambrosio centrale insieme a Juan Jesus, sulle fasce si rivedono Santon e Nagatomo. I loro avversari sono Zaza e Morata al posto di Dybala e Mandzukic, ma l’esame è per tutti superato. Anche la riserva di Handanovic, Carrizo, tornato titolare di coppa a sorpresa, si concede la gloria nel finale dei tempi supplementari con due interventi decisivi sullo spagnolo. L’Inter quindi cede solo ai calci di rigore, sbaglia Palacio, uno dei più freschi dopo l’inizio in panchina ed esce in trionfo nonostante l’eliminazione. Serviva la prova d’orgoglio contro la Juventus ed è arrivato un 3-0 epico contro la prima della classe che è risultata presuntuosa in forza del 3-0 dell’andata. All’Inter ora mancano undici sfide da non sbagliare in campionato, per tornare a rincorrere l’obiettivo del terzo posto. Dopo una prestazione come questa è lecito tenere accesa la speranza. L’Inter che ritrova identità, forza, carattere e rinasce nell’abbraccio con il suo pubblico ha guadagnato più di una finale di Coppa Italia contro il Milan.

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