Calcio Mercato Ancelotti chiama Gattuso al Chelsea

Ancelotti chiama Gattuso al Chelsea

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Odia l’alcool e il fumo, dorme perlomeno le canoniche otto ore per notte. In casa ha una palestra e una piscina
GattusoHo conosciuto per la prima volta Cristiano Ronaldo quando aveva poco più di 18 anni. Era la metà di luglio del 2003. Tornavo in Europa da una trasferta in Sud America. Il suo nuovo agente Jor­ge Mendes, cui il talentuoso attaccante si era affida­to per liberarsi dalla grinfie dell’avido José Veiga, mi aveva detto che avrebbe mandato un ragazzo a prendermi all’aeroporto di Lisbona. «È un giovane e promettente attaccante della mia scuderia Gesti­fute, ti aspetta su una Mercedes color argento appe­na esci, sulla sinistra». Quel ragazzo era nienteme­no che Cristiano Ronaldo, il fuoriclasse che di lì a poco sarebbe stato acquistato dal Manchester Uni­ted e che in pochi anni ha bruciato le tappe conqui­stando Champions League, Mondiale Club, Pallo­ne d’Oro, Fifa World Player, Scarpa d’Oro e che da ieri ha frantumato il record di Zidane diventando anche il calciatore più caro del mondo. Mentre guidando mi accompagnava a casa sua, ri­cordo che gli chiesi qual era il suo obiettivo profes­sionale. Giocava solo da una stagione nella prima squadra dello Sporting Lisbona, ma aveva già le idee chiarissime. Mi rispose con una tranquillità disarmante, senza spocchia. «Io lavoro per diventa­re il miglior calciatore del mondo». Intuii subito dal suo sguardo vivido che non stava scherzando.

Che fosse un predestinato dotato di un talento straordinario non c’era da dubitare. Ma Cristiano ha affinato le sue doti e la sua abilità con un impe­gno matto e disperatissimo, per dirla alla Leopar­di, sui campi di allenamento. Spesso l’ho visto usci­re dagli spogliatoi palleggiando e palleggiando rientrarvici. Ronaldo è una sorta di cyborg del cal­cio. Un organismo superiore e perfetto. Una fuorise­rie, come quelle che ama guidare (e talora sfascia­re). Una Ferrari, una Porsche, una Bentley Conti­nental GT Speed, al momento la preferita nel suo sontuoso garage personale che presto trasferirà dal­la villa di Tempest Street ad Alderley Edge, sobbor­go chich di Manchester, nella sua nuova dimora madrilena, molto probabilmente nell’esclusivo com­plesso residenziale della Moraleja. L’asso di Madei­ra è il vero prototipo del calciatore del Terzo Millen­nio: forte, rapido, esplosivo, acrobatico, duro nei con­trasti, tecnicamente sublime, ora anche cinico nei momenti cruciali. In un aggettivo: determinante.

Oltre alle dream-cars è anche appassionatissimo di dream-girls, ragazze copertina. Ne ha già fatta una collezione degna di Casanova. Pochi giorni fa a Porto Cervo ha mandato in estasi alcune starlet della tv nostrana… Denominatore comune: bellissi­me. Di più: spaziali, mozzafiato, esagerate. Esatta­mente come lui. Che segna gol esagerati. Come quel­lo a Oporto nel ritorno dei quarti dell’ultima Cham­pions. Una rete stratosferica, che gli è valso il so­prannome di Rocket Ronaldo. Un razzo. Altro che Ibrahimovic, ancora fermo a quota 0 in 14 partite a eliminazione diretta della coppa più ambita.

Ma Cristiano sa conciliare la passione per il gentil sesso con il calcio. CR7, che ama vestire Dolce e Gab­bana, è un professionista esemplare. Odia l’alcool e il fumo, dorme perlomeno le canoniche otto ore per notte. In casa ha una palestra e una piscina. E po­chi amici tra i quali l’ex cognato José Pereira detto Zé che gli fa da segretario personale e talora cuoco e chauffeur nonché il simpaticissimo Rogerio Men­des, strepitoso imitatore, che gli cura la posta. Nel Real è pronto a giocare centravanti, seconda pun­ta, ala o trequartista in tandem con Kaká. «L’impor­tante è giocare. Magari solo non in porta, ma qual­siasi altro ruolo va bene. Deciderà il mister». E ades­so che è in Spagna potrà affrontare il suo grande ri­vale Messi, che gli succederà nel Pallone d’Oro. La sfida per il titolo 2010 è già lanciata. Vogliamo scommettere sul portoghese?

Fonte: Tutto Sport  Massimo Franchi
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