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Barcellona, oggi fumata bianca per il nuovo tecnico: Luis Enrique o Gerardo Martino

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Luis EnriqueOggi ci sarà l’annuncio sul nuovo tecnico dei catalani. L’ex romanista è dato leggermente favorito, ed il tormentato periodo romanista non ne ha certo intaccato il prestigio. L’argentino però ha come sponsor Messi. La partita è apertissima.

Zichichi o El Tata? Luis Enrique o Gerardo Martino? Chi sarà il prossimo allenatore del Barcellona? A Barcellona Zichichi (gentile concessione dell’umorismo di Totti) viene dato al 60%. Però il ds Zubizarreta è volato a Buenos Aires per chiudere con El Tata. Solo il 40% o qualcosa in più per l’argentino simil-Bielsa? A Barcellona sono più propensi a credere che Zubi sia partito per non farsi trovare spiazzato nel caso in cui la trattativa col Celta non andasse a buon fine (ballano i tre milioni di clausola rescissoria e non s’è ancora parlato di ingaggio con Luis Enrique). Oggi l’annuncio. Quale che sia, bisogna far presto perché il Barcellona partirà per Monaco di Baviera dove mercoledì, all’Allianz Arena, scenderà in campo per la più falsa delle amichevoli “contro” il Bayern di Pep Guardiola: non ci si può certo presentare con la panchina vuota.
Ora supponiamo che la spunti Zichichi. Cosa sanno al Camp Nou dell’anno tremendo passato a Roma da Luis Enrique “Zichichi” Martinez Garcia? Sanno che Lucho s’è infilato in un tritacarne? In quel misto d’ansia, paure vicine e certezze sempre troppo lontane, di entusiasmo, amore, rabbia, viscere e raptus depressivi che compongono il quadro psicologico del meraviglioso e spesso impotente calcio romanista? Non sanno neppure che Totti coniò per lui il soprannome di Zichichi e che un giorno Zichichi smise di credere nella scienza e nel suo iPad. Già ad aprile Luis Enrique

 era solo un uomo fuori posto che per arrivare prima di tutti a Trigoria usciva alle sei di mattina stipando nel suo zaino bucato quei sogni tattici e quella voglia di cambiamento che si sarebbero persi per strada, uno dopo l’altro, come le molliche di Pollicino. Aveva cominciato a giocare in un modo e dopo appena due mesi ci ripensò. Perché non lo sanno al Camp Nou? Perché non gliene importa niente.

Non sanno che per i tifosi “culés” Luis Enrique rimane il Lucho di sempre, l’intrepido asturiano che ha vestito i panni del trascinatore dal ’96 al 2004. Non c’è un solo minuto della sua storia romana che intacchi l’autorevolezza di Lucho presso i tifosi del Barça, che mini la sua consonanza con lo spirito della squadra e la sua personale modernità: “Mes que che un entrenador”, scrivono sui blog. Scegliendo lui il presidente Rosell direbbe tre cose insieme: grazie a Vilanova per il titolo della stagione passata, “anims Tito!” per il suo dramma personale (si riopera martedì a Barcellona), ma dice anche (forse) che se potesse tornare indietro non farebbe mai un cambio interno per sostituire Guardiola. Un dato a favore di Lucho: il Celta non ha ancora depositato il suo contratto in Lega.
Ma adesso supponiamo arrivi Gerardo Martino. “È un grande allenatore”, disse Messi quando Martino salì sulla panchina dei Newell’s Old Boys. Messi conta? Forse. Ma il 66% del popolo blaugrana, ossia quel che di fisico e di soprannaturale, contiene almeno una volta a settimana il Camp Nou, preferisce Lucho e vede Martino come un “loco” sì ma vagamente conservatore sotto il profilo tattico. Ma se Messi ha davvero un peso c’è anche un altro dato che fa riflettere: il secondo di Martino è Adrian Coria, che fu l’ultimo allenatore di Leo in Argentina. Lucho per la gente. Martino per Messi. La partita non sembra affatto chiusa.

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