Coppe E’ Robben l’uomo Champions League, Bayern-Borussia 2-1: Onore a Klop, esce a...

E’ Robben l’uomo Champions League, Bayern-Borussia 2-1: Onore a Klop, esce a testa alta

1405

Un gol del giocatore più discusso all’89’ regala il 2-1 ai bavaresi, che vincono la loro quinta Coppa dei Campioni nella loro storia. Di Mandzukic e Gundogan su rigore le altre due reti. Trionfo per Yupp Heynckes, ma sconfitta con onore del Borussia Dormund, che ha giocato un’ottima gara, soprattutto nel primo tempo. Protagonisti i due portieri Weidenfeller e Neuer.

robbenLa storia della finale di Champions League 2013 ha un nome e un cognome: Arjen Robben. Arriva proprio da lui, dal giocatore più criticato e discusso degli ultimi anni la rete decisiva. L’olandese, dopo aver perso due finali di Champions e una Mondiale negli ultimi tre anni, sempre con errori decisivi, si è tolto la soddisfazione più grande della carriera al minuto numero 89, infilando col suo delizioso mancino la rete del 2-1. Quinta Coppa dei Campioni per il Bayern Monaco, seconda per Yupp Heynckes, dopo quella vinta con il Real Madrid. Onore e merito al Borussia Dormund, che ha giocato una bellissima partita, a testa alta e con il solito gioco frizzante. Di Mandzukic al quarto d’ora della ripresa il vantaggio bavarese, pareggiato a venti dalla fine dal rigore (netto, bravo Rizzoli) di Gundogan. La prima finale tedesca della storia è stata un vero spettacolo, di calcio e di sportività. Il futuro dello sport più amato d’Europa, passa senza dubbio da qui.

MEGLIO IL BORUSSIA IN AVVIO, GRANDE NEUER. La squadra di Klopp parte meglio dei bavaresi. I gialloneri, sistemati alla perfezione dal loro tecnico in un cortissimo 4-4-2 di “sacchiana” memoria, aggrediscono i portatori di palla del Bayern senza lasciarli respirare e grazie alle accelerazioni improvvise di Reus e Blaszczykowski, riescono spesso a mettere in difficoltà la difesa a quattro di Heynckes. Boateng non tiene mai Lewandowski, Lahm e Alaba non spingono sulle corsie, Schweinsteiger è meno preciso del solito in impostazione e così, nella prima mezz’ora, il protagonista assoluto è Neur, che dice di no a Lewandowski, Blaszczykowski, Reus e Bender, tenendo in piedi, di fatto, il Bayern. E inviolata la sua porta.

PSICODRAMMA ROBBEN. Col passare dei minuti, però, i biancorossi tornano ad imporre il loro gioco, puntando sulla fisicità di Javi Martinez e sulle iniziative di Ribery. Mandzukic lotta, il Bayern cresce, ma la sfortuna dei favoriti della vigilia è quella di avere in Robben un fuoriclasse che, nei momenti decisivi, non riesce mai a fare gol. Dopo, infatti, le pesanti critiche subite nelle finali perse dalla sua Olanda al Mondiale 2010 e dal Bayern lo scorso anno col Chelsea (rigore sbagliato e parato da Cech), l’olandese nel primo tempo ha ben due occasioni per rifarsi: in entrambi i casi, però, pur essendo a tu per tu con Weidenfeller, riesce a farsi ipnotizzare dal portiere del Dormund, risultando per l’ennesima volta incredibilmente leggero sotto porta. Lo 0-0 con il quale finisce la prima frazione, giocata a ritmi altissimi e con almeno 8 nitide palle gol, sintetizza 45 minuti equilibrati, giocati meglio dal Borussia in avvio e dal Bayern nella seconda metà del primo tempo.

MANDZUKIC SBLOCCA LA GARA. Nella ripresa il Borussia Dortmund non ha più la brillantezza atletica della prima parte di gara e così è il Bayern a far la partita. Al quarto d’ora la gara si sblocca. Ribery inventa un cioccolatino per Robben che finalmente decide di far la cosa giusta: anziché calciare addosso a Weidenfeller, mette dentro per Mandzukic. Il croato (secondo di questa nazionalità a segnare in una finale europea dopo Boban nel 1995 in Supercoppa europea) tutto solo in mezzo, a due metri dalla porta, può solo esibirsi in un comodo tap-in che consegna il vantaggio ai bavaresi. 21° centro in stagione per il numero 9 del Bayern, 3° in questa Champions, dopo i due segnati alla Juventus.

GUNDOGAN PAREGGIA SU RIGORE. Il vantaggio del Bayern dura otto minuti. Il tempo che basta a Dante per intervenire in modo scomposto e decisamente superficiale su Reus (migliore del Borussia) in area di rigore. Rizzoli non ha dubbi e indica sul dischetto. Tutti si aspettano Lewandowski, ma dagli 11 metri si presenta Ilkay Gundogan (va detto che l’attaccante polacco nell’ultimo Borussia-Bayern si era fatto parare un rigore da Neuer). Il ventiduenne di Gelsenkirchen è freddissimo enllo spiazzare il portiere del Bayern e nel realizzare il suo primo gol in Champions, primo assoluto anche in Europa.

WEIDENFELLER E SUBOTIC, MA LA DECIDE PROPRIO ROBBEN. La rivincita per Robben arriva proprio all’ultimo respiro e ha il sapore dolcissimo della vittoria. Dopo due miracoli di un grande Weidenfeller, su Alaba e Schweinsteiger, e uno strepitoso salvataggio di Subotic sulla linea, al minuto 89 l’olandese è freddo a raccogliere il tacco di Ribery e a battere col suo magico sinistro il portiere del Dormund, siglando il 4° gol in questa Champions, il più importante della sua carriera. Delirio Bayern, disperazione Borussia. Per un finale giusto, per quanto visto in questa annata di Coppa, ma stretto ai gialloneri per quanto mostrato in questa finale. Klopp e i suoi ragazzini avranno occasione di rifarsi, il Bayern finalmente si toglie l’etichetta di perdente (due finali perse negli ultimi tre anni) e dopo 12 anni sale di nuovo sul trono d’Europa. Ora con la finale di Coppa di Germania può arrivare il triplete. Per Guardiola e Goetze (grande assente della serata e futuro biancorosso) non sarà possibile fare meglio di questa strepitosa stagione.

CheapAdultWebcam