La devastante doppia sconfitta con Milan e Schalke, segna – undici mesi dopo la sua partenza per Madrid – la fine dell’era Mourinho. E, di riflesso, il tramonto dell’ultima suggestione morattiana, ovvero fare di Leonardo “l’uomo nuovo”, il nuovo Guardiola, fortissimamente voluto per sostituire il mai amato Benitez. A fine stagione Moratti punterà con decisione sull’originale che, per la prima volta, ha parlato in modo diretto e deciso sull’opportunità di chiudere il suo scintillante ciclo a Barcellona. La candidatura – peraltro già autorevolissima – di Guardiola prende forza da un’indiscrezione: il tecnico, nel suo blitz italiano con tanto di rimpatriata tra vecchi amici a Brescia, avrebbe anche trovato il tempo per incontrare Moratti. Un indizio ulteriore sul feeling esistente tra il presidente e l’uomo di Santpedor. Il fatto – che sia confermato o meno – non cambia la sostanza dei fatti, ovvero che Guardiola chiuderà sicuramente nel 2012 la sua esperienza in Catalogna e che, per una sorta di “affinità elettive”, preferirebbe alla prima esperienza all’estero confrontarsi con un campionato come quello italiano, più simile per caratteristiche alla Liga rispetto alla Premier. Non è dato invece ancora a sapersi se Guardiola deciderà di troncare la sua storia con il Barcellona già al termine di questa stagione, condizione necessaria per far sì che possa sedersi sulla panchina nerazzurra. SANCHEZ, IL PRIMO – Con lui, arriverebbe quello che per Moratti può diventare il Messi dell’Inter, ovvero Alexis Sanchez, su cui da mesi sono partite le grandi manovre, come peraltro confermato da Marco Branca: l’operazione per portare il Niño Maravilla a Milano ha solide basi per una buona riuscita posto che l’Udinese accetti di includere nell’affare qualche contropartita per rendere meno importante per le casse nerazzurre l’esborso economico. Con Sanchez, arriverà un centrocampista di prima grandezza: osservati speciali Sahin (Borussia Dortmund), Montolivoe Kucka. Il piano di rinnovamento è comunque già partito con Ranocchiae Pazzini ovvero giocatori giovani (possibilmente italiani), di qualità e con ingaggi sostenibili. Una politica che, entro un biennio, dovrebbe portare a un ricambio generazionale pressoché completo nella rosa.
Fonte: Tutto Sport
CheapAdultWebcam