Calcio Italiano Is Arenas, la telenovela è finita: Il Cagliari disdice la concessione e...

Is Arenas, la telenovela è finita: Il Cagliari disdice la concessione e va via

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Il Cagliari abbandona lo stadio Is Arenas. In una lettera inviata questa mattina al Comune di Quartu Sant’Elena, il club rossoblù disdice la concessione triennale per l’uso dello stadio. I legali della società sono al lavoro per stabilire modi e tempi per smontare la struttura che potrebbe essere trasferita presto in un altro Comune.

isarenasLA POLEMICA DI GALLIANI. Una situazione insostenibile quella dello Stadio sardo, che nelle scorse settimane aveva fatto sbottare anche Adriano Galliani che, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva minacciato azioni legali ritendendo il campionato irregolare a causa proprio delle disparità di trattamento fra le diverse squadre: “Riteniamo che sportivamente il campionato non si possa definire regolare. Qualcuno ci dovrà spiegare perché il 10 febbraio il Milan abbia giocato in uno stadio pieno e il 30 marzo questo invece non sia più possibile. Una situazione intollerabile”.

LA POSIZIONE DI CELLINO. Il Tribunale del Riesame, che nell’ambito dell’inchiesta sulla Is Arenas ha concesso gli arresti domiciliari al presidente del Cagliari Massimo Cellino, al sindaco di Quartu Mauro Contini e all’assessore ai Lavori pubblici della sua Giunta, Stefano Lilliu, ha di fatto reso più pesante il quadro accusatorio della Procura. L’avevano reso noto alcuni giorni fa dei quotidiani locali, che svelavano come i giudici, certi che non sussista alcun pericolo di inquinamento delle prove, erano altrettanto sicuri che i tre indagati fossero coscienti, senza se e senza ma, del “fumus di irregolarità” che sussisteva attorno al progetto di costruzione dell’impianto che avrebbe dovuto ospitare le partite casalinghe della squadra affidata a Pulga. Il Tribunale del Riesame si dice tuttora anche convinto che, “anche accettando il rischio che la frode fosse scoperta”, Cellino abbia agito per puri fini economici, mentre Contini e Lilliu siano stati spinti dall’ambizione politica, individuando così ulteriori capi di accusa rispetto al peculato e al falso ideologico, già contestato agli indagati. Gli avvocati di Cellino, Giovanni Cocco e Benedetto Ballero, hanno fatto sapere di voler ricorrere contro l’ordinanza, le cui fondamenta sono considerate inesistenti.

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