Calcio Italiano Oggi c’è Roma-Genoa Storia di destini incrociati

Oggi c’è Roma-Genoa Storia di destini incrociati

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Dai campioni del mondo Bruno Conti e Callovati, al mito prima rossoblù poi giallorosso Pruzzo, da “Ramon” Turone a Nela hanno indossato tutti entrambe le maglie

 

contiCome è affollata l’Aurelia. Da Roma a Genova non c’è soltanto traffico di auto. In passato diversi giocatori hanno vestito la maglia giallorossa e quella rossoblù dei genoani. Ecco perché Roma-Genoa non ha soltanto interessi di classifica. Due di questi giocatori, Bruno Conti e Collovati, sono anche campioni del Mondo. Raccontiamo la loro storia.

IL PENDOLARE CONTI – La carriera calcistica di Bruno Conti, oggi direttore tecnico della Roma, si è svolta esclusivamente nel Genoa e nella Roma. E dire che poteva diventare un grande giocatore di baseball (che a Nettuno, dove è nato Conti, ha radici profonde) se il papà non avesse rifiutato le offerte di un club di Santa Monica. Raccontano che Helenio Herrera l’avesse scartato ad un provino perché era troppo piccolo. Ma in giallorosso arriva egualmente anche se nei primi due campionati dal 73 al 75 gioca solo quattro partite. Ed eccolo per la prima volta (75-76) nel Genoa, in B: qui fa coppia con Pruzzo, che manda in gol con i suoi cross. Un anno in rossoblù e poi finalmente a Roma, dove però rimane soltanto per due campionati. Per ironia della sorte torna a Genova per consentire alla Roma, è il 1978, di acquistare il suo amico Pruzzo. Ma i viaggi di Bruno Conti non sono finiti. La parentesi genoana si chiude dopo un anno e rieccolo a Roma, dove ritrova Pruzzo, ma soprattutto Liedholm, che riesce a gestirlo tatticamente. Il mancato giocatore di baseball diventa un’ala, ha licenza di inventare. E nell’82 sarà tra i protagonisti della vittoria dell’Italia al Mondiale in Spagna. I tifosi della Roma stravedono per lui: lo soprannominano Marazico, un misto di Zico e Maradona, le altre stelle di quel mondiale. Lui, Conti, sarà anche fondamentale nella conquista dello scudetto della Roma nell’83 con Falcao e i gol di Pruzzo.
PRUZZO E I GOL DEL DESTINO –Pruzzo vuol dire gol. Ne ha segnati nella sua carriera 134, di cui 27 nel Genoa. Cresciuto nel Genoa, i tifosi avevano soprannominato O’Rey di Crocefieschi, il paesino dell’entroterra ligure dove è nato. Pruzzo rimane al Genoa per cinque stagioni dal 73 al 78, segna il suo primo gol in A proprio alla Roma, dove approderà nel 78-79 per rimanere cinque stagioni. Il suo trasferimento fece epoca: tre miliardi più i cartellini di Bruno Conti e Musiello. Nonostante i suoi gol ( ha vinto la classifica dei cannonieri nell’81, nell’82 e nell’86), soltanto sei apparizioni in Nazionale e mai un mondiale. Pruzzo si è consolato con le vittorie nella Roma: oltre allo scudetto dell’83, anche quattro edizioni della Coppa Italia. E i suoi gol sono destinati a far epoca: sua la rete scudetto nell’83, proprio contro il Genoa. Ma i tifosi non dimenticano il gol del 2-2 in rovesciata alla Juve nella stagione successiva, la doppietta della semifinale col Dundee in Coppa dei campioni. Così come i genoani ricordano il gol di testa nel derby con la Samp, nella stagione in cui i doriani retrocessero in B. Aveva segnato il primo gol in A alla Roma e proprio alla squadra giallorossa segnerà l’ultimo della sua carriera. 1988-89, Pruzzo è alla Fiorentina dove gioca appena sei partite. Stagione da dimenticare se non fosse per lo spareggio con la Roma per accedere all’Uefa. E Pruzzo segna il gol decisivo.
BOTTE A CERVONE – Portiere particolare Giovanni Cervone. Nato nella provincia di Napoli, cresciuto nella Juve Stabia, approderà al Genoa nell’84 dopo le esperienze di Avellino (esordio in A a 20 anni) e Catanzaro. In tre stagioni in B prende tanti gol ma salta pochissime partite. A Roma arriva nell’89 e viene fermato da un infortunio all’inizio del girone di ritorno. Da questo momento comincia l’inseguimento al posto di titolare. Ogni anno sembra destinato a far la riserva, ma poi vince la concorrenza di Peruzzi (fermato dal doping), Zinetti, Sterchele e Lorieri. A Roma rimarrà otto stagioni, grazie agli insegnamenti di Tancredi parerà parecchi rigori in giallorosso. Nel 1997 è protagonista di un singolare episodio. La Roma, dopo la vittoria sulla Samp a Genoa, attende l’aereo che la riporta a casa. Il professor Renato Panconi, primario di pediatria a Savona, che ha avuto il suo momento di notorietà a Quelli che il calcio, allora condotto da Fazio, per i suoi gesti scalmanati, si avvicina a Cervone e lo insulta. Il portiere reagisce, prende per il collo Panconi e lo tempesta di colpi. Non ci sarà denuncia.
TURONE E IL GOL FANTASMA – E’ passato alla storia per un gol annullato, un gol che poteva decidere lo scudetto. Maurizio Ramon Turone, allora difensore della Roma, lo aveva segnato alla Juve il 10 maggio 1981, ma l’arbitro Bergamo, su segnalazione del guardalinee, annulla Finirà 0-0 e la Roma che si era presentata a Torino con un punto di svantaggio e vincerà lo scudetto. Quel gol fanstasma è diventato per anni il tormento dei tifosi romanisti e il tormentone anti-Juve. Ma a Turone, tre campionati nella Roma dal ’79 all’82, non sta bene essere ricordato soltanto per quell’episodio. Gli piacerebbe ad esempio che si parlasse delle quattro coppe Italia vinte (due con la Roma e due col Milan, col quale vinse una coppa delle coppe), del rifiuto a pubblicizzare l’Ovolmatina in tv perché non amava mettersi in mostra, di aver lanciato la moda dei pantaloncini fuori dalla maglia. Adesso sta a Varazze dove è nato più di sessant’anni fa. Non dimentica il Genoa, il suo primo amore, la squadra in cui ha giocato per quattro stagioni dal ’68 al 72, tre campionati in B e uno in C. Continua a ripetere a dispetto di moviole sempre più sofisticate che il suo gol alla Juve era valido. Ma in fondo non gli dispiace che adesso se ne parla sempre meno.
COLLOVATI E NELA – Altri due difensori hanno vestito le maglie di Roma e Genoa, facendo un percorso inverso. Fulvio Collovati, oggi opinionista alla Domenica Sportiva, ha chiuso la sua carriera di calciatore giocando prima a Roma e poi nel Genoa. Dopo le esperienze al Milan, all’Inter e all’Udinese, ritrova a Roma il suo maestro Liedholm: in giallorosso dall’87 all’89, due stagioni nelle quali non ha vinto niente, giudica positiva l’esperienza, gioca assieme al suo amico Bruno Conti, col quale aveva diviso il trionfo mondiale in Spagna. Le ultime quattro stagioni (dall’89 al 93) di Collovati in campo sono nel Genoa. Ha confessato di aver avuto avuto la fortuna di giocare nel miglior Genoa del dopoguerra, conquistando un quarto posto e una semifinale Uefa. Inverso il percorso di Sebastiano Nela, che comincia la sua carriera nel Genoa, dove gioca per tre stagioni dal 78 all’81. Quindi il passaggio alla Roma. Per i tifosi della Roma diventa subito Sebino, un diminuitivo che contrasta col suo fisico potente. Nela a Genova giocava centrale, a Roma viene schierato prima a terzino destro, poi a sinistra, il suo ruolo naturale. Hulk, come lo hanno soprannominato i tifosi giallorossi, sarà tra i protagonisti dello scudetto dell’83. Nei suoi undici campionati alla Roma conquisterà tre volte la Coppa Italia.

Fonte: Gazzetta dello Sport di Giuseppe Bagnati
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