Calcio Italiano Serie A: I voti della 14^ giornata.

Serie A: I voti della 14^ giornata.

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Il Fair Play di Massimiliano Allegri merita un 10

allegri“Il rigore non c’era”, Massimiliano Allegri. “Torti e favori si compensano e noi abbiamo giocato male”, Giuseppe Marotta. Sembra passato un secolo dal Milan-Juve della discordia, quello della foto sul cellulare di Galliani o delle risposte piccate tra il DG della Juventus e il tecnico rossonero sul famoso gol di Muntari. Questa vola no. Nessuna polemica, clima disteso e un fair play d’altri tempi che farà vendere meno i giornali ma, personalmente, ci piace. Avanti così.

9- IL MILAN. Alzi la mano chi si aspettava un Milan del genere contro la prima della classe. Aggressivo, compatto, concentrato, disposto al sacrificio e pericoloso. In una parola? Squadra. Il primo tempo dei rossoneri entra di diritto come il migliore della stagione e aumenta i rimpianti per un avvio di campionato da dimenticare. Se lo spirito, le gambe e la testa saranno quelli di domenica sera i rossoneri sono pronti a riprendersi una posizione più consona al blasone del club. Buon lavoro.

8- IL NAPOLI. Ok, senza Cavani si soffre… Ma chi non risentirebbe dell’assenza di uno del genere? Il Napoli, sul campo di un Cagliari rinvigorito dalla coppia Lopez-Pulga, gioca da grande: soffre, rischia, suda ma alla fine punisce gli isolani alla prima vera chance. Perché sarà anche vero che il bomber uruguagio sposta gli equilibri, ma così lo fa anche il signor Hamsik, quest’anno al culmine di una maturazione iniziata da tempo. E poi c’è un dato di fatto: al Napoli è difficile far gol. Undici reti subite, solamente una in più della Juventus capolista. Che in un campionato dove da sempre alla fine vince la miglior difesa…

7- IL PALERMO. Una bocca d’ossigeno per la classifica dei rosanero, una bella iniezione di fiducia per Gasperini. E’ questo quello che resta dal derby di Sicilia, da tempo immemore crocevia fatale per gli allenatori del funambolico Zamparini. Gasperini vince e convince e lo fa aggrappandosi a un Miccoli strepitoso per voglia e abnegazione alla causa. Inutile dirlo, il destino dei rosanero in questa stagione passerà ancora una volta dai piedi — e dalla forma fisica — del salentino. In bocca al lupo.

6- LA DIFESA DELLA ROMA. Dopo il 2-0 al Toro settimana scorsa, uno “zero a uno” corsaro sul campo del Pescara. E questa, con Zeman in panchina, è già una notizia. La Roma, pur non convincendo a pieno nessuno, trova punti, morale, un nuovo gol di Mattia Destro e si scopre improvvisamente cinica. E la classifica sorride: Lazio agganciata (in attesa dell’Udinese) a quota 23 e un calendario che vede Siena, Fiorentina e Chievo. In un mese può arrivare la svolta definitiva.

5- LA JUVENTUS. E’ l’Inter l’anti-Juve. E’ la Fiorentina l’anti-Juve. E’ il Napoli l’anti-Juve… e via dicendo fino al prossimo exploit — o il prossimo stop — di una squadra ben messa in classifica. E se l’anti-Juve fosse la Juventus stessa? I bianconeri, ancora una volta contro una milanese, hanno messo in mostra un atteggiamento poco “Contiano”, basato più sullo sguardo alla classifica che sulla corsa e l’intensità che hanno regalato gioie e successi nel recente passato. Insomma, la sensazione è proprio questa: se la Juventus sarà quella del primo tempo di San Siro tutto è possibile. In attesa di risposte, arriva un bel 5.

4- IL GIUBBOTTO DI QUAGLIARELLA. Passato quasi in sordina, in casa bianconera arrivano i primi scricchiolii della stagione. E guarda caso giungono dal reparto più delicato della squadra di Antonio Conte: l’attacco. Contro il Milan, ancora una volta, la Juventus ha dimostrato tutti i suoi limiti in zona gol non riuscendo a sfondare la difesa rossonera e sentendo clamorosamente l’assenza di un uomo capace di girare le partite anche quando si gioca male. Quagliarella, nonostante tutto miglior bomber della stagione con un gol ogni 83 minuti, è stato richiamato in panchina per far posto a Giovinco e sotto quel giaccone non devono essere volati complimenti verso Alessio. Multa in arrivo e prima insubordinazione nel democratico attacco bianconero. Era necessario?

3- IL CHIEVO. Corini sembra ben lontano dall’aver trovato il bandolo della matassa. Il Chievo gioca male, crea poco, non fa punti in casa contro dirette concorrenti e soprattutto continua a non far gol. Nella prima stagione in cui si inizia a intravedere il declino del capitano-bomber-trascinatore Pellissier, il Chievo senza le sue reti fa davvero fatica e la salvezza inizia ad essere qualcosa di davvero complicato a cui pensare (visto anche il rendimento in trasferta con 0 vittorie, 0 pareggi e 6 sconfitte). Il tutto suggellato dal solito match copertina della Serie A: stadio vuoto, spettacolo scadente e tanta, tanta noia. “Poteva andare peggio. Poteva piovere”.

2- L’INTER.Dopo l’impresa allo Juventus Stadium un totale di 3 sconfitte (coppe comprese) e un pareggio (in rimonta e grazie ad un’autorete in casa col Cagliari). E’ questo il bilancio dei ragazzi di Stramaccioni che effettivamente sembrano aver perso il bandolo della matassa. Senza la vena degli attaccanti che avevano permesso il filotto pre-Juventus, l’Inter si è sciolta come neve al sole mostrando tutti i suoi limiti in fase difensiva in ogni singola giornata. Il gol di Sansone con la difesa nerazzurra di versione “Mar Rosso davanti a Mosè” è solo l’ultimo degli episodi. All’Inter urge lavoro e, con quello, tranquillità per un progetto che è solo agli inizi.

1- GLI ARBITRI DI PORTA. Effettivamente più che un aiuto iniziano ad essere un problema. E il povero Rizzoli lo sa bene. A Catania da arbitro di porta annulla un gol clamorosamente buono a Bergessio. A Milano da primo fischietto subisce l’errore da De Marco. La teoria che “tot occhi” vedano meglio di due inizia a non reggere più per far spazio invece a quella che, ahinoi, dice che “tot occhi” creano “tot opinioni”. E non essendo il calcio uno sport democratico (e riflessivo!) un “tot di confusione” che si traduce molto spesso in un arbitro che coperto vede una mano al posto della schiena, un fuorigioco che non esiste, deviazioni presunte e altre meravigliose situazioni che alimentano solo polemiche. La domanda è sempre la stessa: ma metterlo a bordocampo davanti a un televisore anziché vicino alla porta no?

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