Europei 2020 Vincere senza vincere: lo strano caso del Portogallo

Vincere senza vincere: lo strano caso del Portogallo

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Se questo Europeo avesse avuto la formula di un campionato qualsiasi, il Portogallo avrebbe gravitato in zone di bassa classifica. Cinque partite, cinque pareggi, soli cinque punti conquistati. Pochissima roba in confronto a tantissimi altri, alcuni dei quali hanno terminato la propria corsa ben prima degli iberici.

E invece senza vincere il Portogallo si ritrova addirittura in semifinale, dopo aver rischiato grosso sia ai gironi che nella fase ad eliminazione diretta. La selezione di Cristiano Ronaldo ha vissuto spesso sul filo del rasoio. Dopo essersi fatta raggiungere dall’Islanda all’esordio nel gruppo F, ha gettato al vento l’opportunità di staccare il pass per gli ottavi alla seconda partita, quando il palo dello stesso Ronaldo su calcio di rigore e quello di Nani su azione manovrata hanno sbarrato le porte del primo successo nella competizione a Fernando Santos e i suoi ragazzi. Si è giunti così al terzo match, quello decisivo, al cospetto di una sorprendente Ungheria che ha chiuso al primo posto nel raggruppamento proprio grazie al 3-3 finale con i portoghesi. Appuntamento di nuovo rimandato con la vittoria, giusto, ma poco importa se agli ottavi approdano anche le migliori terze. E il Portogallo è una di queste.

Un tabellone che va necessariamente riveduto e corretto pone la Croazia al bivio che conduce ai quarti. Una squadra più rodata, più solida, ma evidentemente meno fortunata. Zero a zero al novantesimo (altro pareggio) e gol di Quaresma nei minuti finali del secondo supplementare. Premiata la sfacciataggine di Fernando Santos: uno qualunque avrebbe accettato l’inferiorità nel palleggio e nelle verticalizzazioni nei confronti dei croati, lui ha inserito i giovanissimo Renato Sanches a inizio ripresa (un vero portento di soli 18 anni) e poi ha rincarato la dose schierando Quaresma aumentando ulteriormente il peso dell’attacco. Ha avuto ragione, e basta questo.

L’ultimo capitolo delle trionfali “non vittorie” portoghesi è stato scritto ieri sera al Velodrome. Polonia più agguerrita ma stanca, Portogallo sornione. Non bastano le reti di Lewandowski e Renato Sanches nei novanta minuti, si va nuovamente ai supplementari ed è la seconda volta consecutiva per entrambe. La Polonia, che aveva superato la Svizzera ai calci di rigore, si arrende all’errore del suo giocatore maggiormente decisivo, Kuba Blaszczykowski, che aveva messo lo zampino in ben 5 delle sei reti realizzate dalla selezione di Adam Nawalka nella manifestazione. Ma come spesso accade, il finale presenta sempre un colpo di scena. Quello della Polonia è segnato dalla parata di Rui Patricio. Non è ancora arrivato il momento di sapere cosa ha riservato il destino al Portogallo, la squadra che vince senza vincere.

Francesco Carluccio

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