«Meno infortuni, più giocatori di qualità e la Juve può farcela».
Da grande Ferrara vuole fare l’allenatore: appese le scarpe al chiodo ha indossato la cravatta del dirigente, ha preso il patentino da direttore sportivo e da tecnico. Adesso, con tre opzioni in mano ha scelto: vuole stare in campo, assaporare il gusto del lavoro quotidiano. E il ballottaggio non lo infastidisce. «Io e Conte? Mettiamola così: abbiamo il cinquanta per cento a testa di possibilità…». E davanti tutti a proporgli l’esempio del momento, Pep Guardiola che a 38 anni ha piazzato la tripletta con Liga, Coppa del Rey e Champions. Facile passare dal rango di giocatore a quello di mister vincente… E quello che molti augurano a Ciro, che diventi Ciro il Grande. «Oggi tutti i giovani allenatori vengono paragonati a Guardiola – dice a Juve Channel -, ma ognuno ha la sua storia, il suo modo di portare avanti le idee… Sono molto contento per Guardiola, credo che abbia stabilito un record conquistando tre competizioni al primo anno. È un bel segnale, che dimostra come anche i giovani allenatori possano fare bene».
L’ex bresciano, in realtà, è riuscito nell’impresa di convincere scettici e tifosi, alzando al cielo, nella notte romana, la coppa dalle grandi orecchie. Ma che malinconia per i fan della Vecchia Signora: cosa ci manca per vivere esperienze simili? «Manca quello che è mancato alle altre squadre che non sono arrivate in fondo, visto che in due si sono contese l’olimpo del pallone. Un po’ di organizzazione e programmazione. E servono pure continuità e un pizzico di fortuna. Infine conta arrivare al momento giusto senza tutti gli infortuni avuti da noi: la gara decisiva col Chelsea l’abbiamo disputata senza giocatori importanti, con una formazione rimaneggiata. Con giocatori di qualità che servono per la finale».
Per guidare la Juve al traguardo sognato, però, Ciro deve essere riconfermato. «Il mio futuro? Anche io non mi voglio illudere: non ci sono novità, il mio futuro è la Lazio che arriva domenica. E se non sarà Juve non è detto che lascerei automaticamente il mio incarico da dirigente del settore giovanile, ho un anno di contratto ancora… Però ho deciso che voglio lavorare come tecnico, e ho voluto fare il dirigente per capire certi meccanismi dei club, per capire meglio come funziona». Nessun ostacolo, nessuna remora. Da lunedì si saprà. «Non so ancora cosa succederà, ma confermo quanto detto dopo la prima conferenza stampa. Sono a disposizione della società, qualunque siano le decisioni. Non avrò difficoltà ad accettare qualsiasi scelta della dirigenza: io ho detto sì senza riserve sapendo che queste due gare non mi garantivano la certezza di restare anche vincendo. Sono sereno, molto sereno… Nei limiti della serenità che può avere uno che allena una squadra come la Juve…».
Fonte: Tutto Sport