Incontro con Moratti, poi il procuratore dello svedese: «Non credo si muoverà»
Per chiarire la vicenda Ibrahimovic ieri è intervenuto il presidente Massimo Moratti. Stanco dei dubbi disseminati sul suo futuro dall’attaccante svedese in varie interviste e in attesa di incontrare di persona il giocatore, magari dopo che l’Inter si sarà cucita sul petto il diciassettesimo scudetto, a metà pomeriggio il numero uno di corso Vittorio Emanuele ha ricevuto nei suoi uffici in pieno centro l’agente dell’attaccante, Mino Raiola. Un’ora di faccia a faccia per parlare di futuro. Sarà stato un incontro decisivo? Difficile dirlo. Di certo c’è che Moratti ha spiegato a Raiola che non sono arrivate offerte di nessun tipo per Ibrahimovic, che lo vuole tenere e che potrebbe pensare di privarsene solo di fronte a una proposta irrinunciabile. Raiola dal canto suo ha chiarito il senso delle dichiarazioni di Ibra e il suo stato d’animo dopo l’eliminazione europea, ha espresso i dubbi sul modo di giocare dell’Inter attuale e ha fatto capire che Zlatan gradirebbe una squadra ancora più competitiva per dare l’assalto alla Champions. Le parti si sono lasciate con una stretta di mano e un clima decisamente rasserenato, ma anche con l’accordo di risentirsi a campionato vinto o se arriverà un’offerta irrinunciabile da una delle grandi europee. L’indiziata numero uno rimane il Real Madrid. Il Manchester City, anche se bussasse alla porta nerazzurra, non sarebbe preso in considerazione. Ibra, oggi atteso ad Appiano per la ripresa degli allenamenti, vuole solo un top club.
RESTA – Intercettato al termine del colloquio con Moratti da Claudio Garioni di Telelombardia, Raiola ha affermato che il suo assistito non ha intenzione di lasciare l’Inter. «Non c’e’ nulla da dire: il rapporto è talmente forte che se ci fosse stato qualcosa, l’avremmo già risolto. Zlatan è felice di rimanere qui e non credo che quest’estate si muoverà. Ha chiesto rinforzi? L’Inter ha un direttore sportivo, un presidente ed un allenatore. Lui fa il giocatore e non chiede investimenti né garanzie»
Fonte: Gazzetta dello sport di Andrea Ramazzotti