Zabaleta, Dzeko e Aguero su rigore regalano a Mancini un ottimo inizio di 2013. Partita dominata contro uno Stoke troppo rinunciatario. Vantaggio nel primo tempo e gara chiusa ad inizio ripresa. Rimangono sempre 7 i punti di distacco dalla capolista Manchester United.
Il Manchester City, dopo il pirotecnico 4-3 di Norwich, inizia nel migliore dei modi il 2013, regalando ai propri tifosi un rotondo 3-0 sullo Stoke City. Protagonisti del match i tre marcatori Zabaleta, a segno nel finale di primo tempo, Dzeko e Aguero, bravi a chiudere la partita nella ripresa. Per i padroni di casa è la sesta vittoria nelle ultime otto gare giocate all’Etihad, l’ottava in 11 complessive. Il fortino casalingo potrebbe diventare un utile alleato nella rincorsa al Manchester United, sempre primo in classifica.
CITY SCATENATO, AGUERO SFORTUNATO. La squadra di Mancini, che conferma il suo classico 4-2-3-1, con Dzeko unica punta supportato dal trio Silva, Milner, Aguero, parte forte e fa capire da subito come sarà indirizzata la gara. Citizens tutti avanti, alla ricerca del gol e Stoke City arroccato nel suo 4-5-1, preparato con arte da Tony Pulis, nel quale spicca Ryan Shawcross, venticinquenne leader difensivo, già nel mirino di alcune big europee. Se la squadra di Manchester, nonostante l’assenza di due big come Tevez (panchina) e Balotelli (tribuna), non trova il vantaggio già nella prima parte di gara, il merito è principalmente della sfortuna: Aguero ha tre buonissime palle gol, due delle quali costruite su grandi giocate, ma prima la traversa scheggiata, poi il palo su colpo di testa e infine i riflessi di Begovic, gli negano la gioia personale.
POI SBLOCCA ZABALETA. Così al 43’ tocca ad un terzino destro, Zabaleta, cambiare l’andamento del match. Buono spunto di Milner, che si avvicina alla linea di fondo e tira. Sulla palla, respinta con i piedi da Begovic, irrompe da dietro l’argentino, che col sinistro realizza la sua seconda rete in campionato, dopo quella, inutile, nel derby di Manchester. L’1-0 di fine primo tempo premia la volontà, spesso confusa, dei padroni di casa, entrati in campo con il solo obiettivo di vincere agevolmente la partita.
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