L’allenatore dell’Inter commenta il rigore negato alla Fiorentina e attacca: «Sento dire da qualcuno che dobbiamo abbassare i toni… È stato così che voi italiani avete costruito calciopoli. Lavoravo in Portogallo, ma mi ha fatto vergognare dare da mangiare alla mia famiglia con il calcio. Ora però abbassiamo i toni, facciamo come gli struzzi»
A meno di sconti della giustizia sportiva, parlerà la prossima volta il 15 marzo, prima del match di ritorno contro il Chelsea. E siccome la squalifica di tre giornate che ha rimediato per le proteste durante Inter-Sampdoria rischiava di non far passare sotto silenzio il suo pensiero sui mancati rigori contro il Milan a Bari (domenica) e a Firenze (ieri), José Mourinho ha sfruttato l’ultima ‘finestra’ disponibile per lanciare non un sasso, ma un macigno nello stagno. Lo ha fatto senza dimenticare i due sospetti rigori non fischiati al Chelsea («Chissà, il fallo di Samuel su Kalou era da rigore») e per questo, quando gli è stato chiesto se il Milan tornato a – 4 mette più pressione in chiave scudetto, le sue parole hanno acquistato ancora più forza: « Non parlo di campionato perché se lo facessi, visto che mi hanno detto del rigore non dato contro il Milan a Firenze esattamente come successo a Bari, potrei prendere altre 3- 4 giornate di squalifica.
L’ATTACCO – «Sono onesto e l’Italia non mi cambierà. Tutto quello che ci succede in campionato è una cosa positiva perché ci prepara per le grandi difficoltà». Finito? Neppure per sogno: «Sento dire da qualcuno ( Galliani? Abete?, ndr) che dobbiamo abbassare i toni… È stato così che voi italiani avete costruito una storia che a me come professionista di calcio e come persona ha fatto una vergogna incredibile ( calciopoli ndr). Lavoravo in Portogallo, ma mi ha fatto vergognare dare da mangiare alla mia famiglia con il calcio. Ora però dobbiamo abbassare i toni, non parliamo di niente e facciamo come gli struzzi: testa sotto la sabbia… Ripeto, arrivo in Italia onesto e me ne andrò così». Chiaro, no?