Benitez ci sta pensando: la proposta oscilla tra i 20 e i 25 milioni
Oltre Manica, oltre l’immaginazione, oltre frontiera: perché quando il gioco si fa duro è con i talenti puri che bisogna andare a giocare, con i fenomeni giovani e forti come Ezequiel Lavezzi, ventiquattro anni spesi a folle velocità, fino ad arrivare – a sorpresa persino ad Anfield Road, fresca tentazione di un calcio vincente e appassionante. Liverpool, vale a dire casa Benitez: è lì che è approdata la verve del pocho, quella facilità di dribbling e di coast to coast, quella capacità nel creare la superiorità numerica, nel dedicarsi all’uno contro uno, quella semplicità nel superare l’uomo dirimpettaio; ed è nel fascinoso Anfield che Lavezzi viene intravisto dalle fughe di notizie di un mercato in cerca di reali protagonisti, mostri calcistici da copertina, incantatori delle folli dal palato fine. Liverpool, cioé Torres e Gerrard, cioé la Champions, l’unica nemica da combattere per il Napoli, la sirena ammaliatrice citata – a proposito? – da Eduardo Rossetto, manager di un Lavezzi partenopeo dentro, però ambizioso: «Lui qui sta bene, sin dal primo giorno in cui è arrivato. E’ amato e ricambia. E non si dica che le pressioni possano inquietarlo perché Ezequiel non è mica nato a Stoccolma. Lui ha un valore economico preciso, ma anche un rapporto favoloso con la città, con Marino, con De Laurentiis, con i tifosi. Io non leggo nel futuro ma credo che semmai un giorno il Napoli dovesse cederlo, potrebbe farlo all’estero. E Lavezzi ha poi, come è giusto che sia un’ambizione: la Champions, che non ha mai giocato e a cui vorrebbe partecipare. Venisse un club che non fa la Champions con quattro milioni di euro, neppure se ne parlerebbe».
Fonte: Corriere dello Sport
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