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I Voti della 26^ giornata: Dieci al Catania, Zero a Zamparini per l’esonero di Malesani

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10 al Cataniadi Maran che sogna giustamente in grande e che domenica si gioca un incredibile scontro diretto per l’Europa contro l’Inter. Con la salvezza in ghiaccio già da una settimana la formazione etnea ha mostrato davvero di voler provare fino a fondo a tagliare uno storico traguardo e a Parma ha conquistato la quinta vittoria nelle ultime sette giornate (la seconda consecutiva). Nel 2013 solamente il Milan (18 punti in 8 giornate) ha avuto un rendimento più redditizio del Catania che nelle ultime partite ha ottenuto 5 vittorie, 2 pareggi, una sola sconfitta segnando 8 gol e subendone solamente 4. Cifre da record, numeri di una squadra che vincendo anche domenica può scavalcare l’Inter in classifica e portarsi a tre soli punti dal terzo posto.

pagelle9 alla Juve che quando il gioco si fa duro ed ha la chance di poter mettere con le spalle al muro la diretta antagonista per lo scudetto non tradisce mai l’appuntamento. Col Siena, formazione in salute capace di totalizzare 10 punti nelle ultime cinque giornate, i bianconeri pur non brillando hanno vinto in maniera rotonda rifilando ai toscani un 3-0 e lanciando un segnale forte e chiaro al Napoli, che ancora una volta non ha saputo rispondere, e venerdì è condannato a vincere se non vuole dire addio già a marzo ai sogni di scudetto. Macchina da guerra.

8 alla Roma che dall’avvento di Andreazzoli ha trovato compattezza e soprattutto quella voglia di soffrire e di non farsi sopraffare dalle difficoltà e dalle amnesie, come nel periodo zemaniano. Dopo il clamoroso 1-0 con la Juventus, i giallorossi erano attesi al varco dalla critica ed hanno risposto alla grande trovando un rocambolesco 3-2 sull’innevato campo dell’Atalanta. Con la difesa a tre e un calcio equilibrato l’Aurelio ha anche riscoperto giocatori che erano ai margini del progetto come: l’oggetto misterioso Torosidis e il brasiliano Marquinho, giocatore in predicato di tornare in Brasile a gennaio ed ora diventato inamovibile nel ruolo di esterno sinistro nel centrocampo a cinque giallorosso.

7 El Shaarawy e Schelotto, i due under 23 che hanno rubato il proscenio ai ‘bad boy’ Balotelli e Cassano e sono stati protagonisti assoluti del derby della Madonnina. Il primo ha illuso i milanisti, il secondo ha salvato l’Inter e il suo allenatore da una sicura capitolazione. Il Faraone, che era digiuno da quattro partite, e che per alcuni stava soffrendo la convivenza con Balotelli ha subito zittito tutti piazzando con un esterno d’autore il 19esimo gol stagionale. L’esterno argentino invece, giunto all’Inter tra lo scetticismo di molti e per il quale l’Inter ha scelto di sacrificare il giovane promettente attaccante Livaja, ha invece salvato Stramaccioni e l’Inter da una sicura sconfitta con una capocciata su un cross da sinistra di Nagatomo. Due che due anni e mezzo giocavano al Manuzzi di Cesena ed ora confezionano gol nella stracittadina di Milano. Roba da non crederci.

6 alla Sampdoria, che contro il Chievo ha centrato la quarta vittoria dall’avvento di Delio Rossi sulla panchina doriana e per la quarta partita nelle ultime sette giocate non ha subito nemmeno un gol. Nel 2013 Sergio Romero è il portiere meno battuto della serie A con appena tre gol incassati in otto giornate. Merito sicuramente dell’elettrico allenatore di origine riminese che, talvolta perdererà pure la ‘brocca’ producendosi in gesti riprovevoli e poco politically correct, ma che a risollevare le squadre in difficoltà è davvero molto bravo.

5 al Napoli, squadra che in due settimane ha gettato al vento con due 0-0 consecutive, due clamorose chance per arrivare allo scontro diretto con la Juventus a una sola lunghezza dal primo posto. La squadra di Mazzarri, uscita nel frattempo anche dall’Europa League, nel mese di febbraio fra serie A ed Europa ha giocato sei partite collezionando una sola vittoria, tre pareggi e due sconfitte segnando appena 3 gol e subendone 6. Numerosi pessimi a cui va aggiunto il digiuno di reti del Matador Cavani, che in questo mese non ha mai gonfiato la rete e in totale non segna dal 27 gennaio scorso (Parma-Napoli 1-2). Non proprio il miglior viatico per arrivare alla sfida più attesa dell’anno.

4 ad Ogbonna, uno dei difensori più promettenti del calcio italiano che però domenica a Cagliari ha fatto più danni di un elefante in una cristalleria. Il difensore del Toro ha provocato due rigori con due interventi goffi e si è beccato anche un rosso che ha costretto i ragazzi di Ventura a giocare in dieci il rocambolesco finale deciso dall’ispiratissimo Daniele Conti (voto 8 per la doppietta decisiva festeggiata con il tenerissimo abbraccio al figlio Bruno a bordo campo come raccattapalle, l’immagine più dolce ed edificante del weekend di serie A).

3 ad Eugenio Abbattista di Molfetta che bagna il suo debutto come arbitro in serie A non espellendo il portiere del Chievo Puggioni, autore di un’uscita violenta e pericolosa nella trequarti campo che azzoppa Icardi che è stato costretto ad uscire e nell’occasione ha rimediato un trauma diretto al ginocchio destro e alla coscia sinistra che lo terrà fuori almeno 10-15 giorni. Se il buongiorno si vede dal mattino…

2 al Parma che dopo aver fatto un girone d’andata da urlo nelle ultime sette giornate ha rallentato in maniera incredibile collezionando solamente 3 pareggi nelle ultime sette gare disputate. I ragazzi di Donadoni, per mesi in predicato di prendere il posto di Allegri sulla panchina del Milan, nel 2013 hanno vinto solamente il 6 gennaio contro il Palermo e nelle ultime cinque giornate hanno segnato solamente tre gol subendone sette. Svalutation.

1 al Pescarasquadra che ogni domenica che passa pare sempre più condannata ad una scontata retrocessione in serie B. Gli abruzzesi con la Lazio hanno totalizzato appena un punto nelle ultime sette giornata, hanno il peggior attacco (20 gol segnati in 26 giornate) e la peggiore retroguardia della massima serie (53 gol subiti, praticamente più di due reti a partita). Pensare di salvarsi alla luce di questo rendimento è pura utopia. Dead man walking.

0 a Zamparini per il licenziamento a Malesani, il 50esimo esonero nella carriera di Maurizio Zamparini, un presidente che in questa stagione in pochi mesi ha raggiunto l’apice di tutto quello che un presidente non deve fare in una stagione. Il vulcanico patron rosanero da settembre ad oggi ha chiamato e cacciato tre allenatori (Sannino, Gasperini e Malesani) compiendo quattro avvicendamenti. Ha richiamato e poi cacciato il direttore generale Perinetti, avvicendandolo per qualche mese con Lo Monaco e tra acquisti e cessioni ha avuto a libro paga la bellezza di 38 giocatori. In tutto questo tourbillon la squadra è ultima in classifica e destinata, salvo improbabili, miracoli a retrocedere dopo 9 in serie A da protagonista. La fine ingloriosa di una favola a tinte più nere che rosa.

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