Regola numero uno: guai a sottovalutare il Genoa. Regola numero due: guai a sottovalutare il Genoa.
CONCENTRAZIONE – Su questi “due” punti cardine, Ciro Ferrara ha improntato il dopo Juve- Livorno, prodigandosi affinché tutti mantenessero alto il livello di concentrazione. Senza cioè dare troppa importanza al passo falso in cui sono incappati i rossoblù a Verona contro il Chievo e senza rischiare di incappare nell’errore di cullarsi sugli allori dei 4 ( su 4) successi juventini in campionato. Nella seduta d’allenamento di ieri, infatti, non sono mancati richiami all’ordine e rimbrotti ( «Se facciamo un esercizio, dobbiamo farlo al meglio!»), proprio all’insegna del massimo impegno generale e delle zero distrazioni.
TATTICA – S’è trattata di una seduta di tattica spinta. Diego, Mohamed Sissoko, Fabio Cannavaro, Alessandro Del Piero e Tiago hanno svolto lavoro differenziato (il brasiliano e il capitano si sono concessi qualche tiro in porta, solo corsa per gli altri). Il resto della rosa – di cui faceva parte anche il recuperato Salihamidzic – è stata invece inizialmente divisa in due gruppi di lavoro: difesa da una parte, attacco dall’altra. Poi una simulazione di Genoa- Juve, con una squadra pettorinata modulata secondo il classico 3- 4- 3 che adotta Gian Piero Gasperini. Per finire, partitella a campo ridotto, con alcuni esperimenti degni di nota.
IL TEST – Ferrara ha infatti testato Mauro German Camoranesi nella posizione di trequartista, vertice alto del rombo di centrocampo: il ruolo, cioè, abitualmente ricoperto da Diego, oppure – ultimamente – da Sebastian Giovinco, chiamato a fare le veci del brasiliano. Nel frattempo, Giovinco giostrava nella medesima posizione, nella squadra rivale, alle spalle di Amauri e Trezeguet.
PIU’ COPERTI – L’opzione Camoranesi in versione Diego è al vaglio, insomma. Dettata da dettagli da correggere e da esigenze tattiche legate a caratteristiche e morfologia del Genoa. Genoa che pressa alto, che non lascia ragionare l’avversario, che sa ripartire in maniera fulminea. E che ti punisce ad ogni errore. Ragion per cui la grinta e la duttilità di Camoranesi – sia pure unite a tecnica e buona visione di gioco – potrebbero offrire più garanzie in fase di non possesso palla. Senza contare che con Camoranesi sarebbe anche possibile variare l’assetto tattico e passare cioè dal rombante 4- 3- 1- 2 ad un 44- 2 più classico ed equilibrato: a seconda della fase del match, a seconda dell’impatto che dovessero avere gli esterni rossoblù, Rossi e Mesto, sul centrocampo bianconero. Un po’ come accaduto sabato scorso nella sfida contro il Livorno.
NON FOSSILIZZARSI – Duttilità e capacità di non fossilizzarsi su un solo modulo, del resto, sono due capisaldi della Juventus che ha in mente Ferrara. E’ stato lui stesso a chiarirlo: «Partiamo da un 4- 31- 2 di base, ma dobbiamo saperci anche adattare alle situazioni». Genoa-Juventus di domani sera, potrebbe rappresentare una occasione per far leva su questo principio.
Fonte: Tutto Sport
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