Telefonata di un quarto d’ora dopo le due espulsioni di sabato. I nerazzurri chiedono uniformità di giudizio. Toni molto soft per stemperare il clima a due giorni dalla Champions con l’Uefa che vigila Intanto Mourinho potrebbe finire di nuovo sotto inchiesta per il gesto delle “manette”
Ieri intorno alle 13,30 Massimo Moratti ha chiamato il presidente della Figc Giancarlo Abete. La telefonata del numero uno nerazzurro ha avuto come obiettivo quello di abbassare i toni ed è stato in pratica un tentativo di normalizzare una situazione diventata sempre più surriscaldata nell’ultimo mese, con la Federazione che ha aperto inchieste nei confronti del tecnico portoghese e dell’Inter (e un’altra è probabilmente alle porte…) e con il club di corso Vittorio Emanuele che si sente accerchiato (Mou ha ipotizzato il complotto) e protesta contro la differenza di metro arbitrale nelle ultime gare. A 48 ore da un match di Champions, con la Uefa spettatrice interessata del clima creatosi attorno all’Inter, Moratti avrebbe volentieri fatto a meno di tutto questo.
CONFRONTO – La telefonata di ieri tra il patron nerazzurro e il numero della Figc ha avuto toni cordiali. Abete è abituato a ricevere lamentale dai presidenti che si sentono danneggiati e i due hanno “riflettuto” sugli ultimi fatti che hanno visto l’Inter protagonista, dagli errori (o tali giudicati) degli arbitri, ai comportamenti di Mourinho, che per difendere la squadra non risparmia accuse destinate però a far aumentare la tensione tra i fischietti (che non vogliono essere in nessun modo screditati), ma anche tra gli avversari. In Figc è stato apprezzato il gesto di Moratti che ha imposto a tutti il silenzio stampa, una scelta che probabilmente ha evitato dichiarazioni al vetriolo e altri provvedimenti disciplinari. La chiamata è durata un quarto d’ora poi i saluti, in attesa di capire quello che succederà a livello di giustizia sportiva.