Calcio Italiano L’arma di Ferrara. La Juve che cambia

L’arma di Ferrara. La Juve che cambia

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Dal 4-4-2 al 4-2-3-1: sistemi diversi per sfruttare le qualità dei campioni
Ciro FerraraDapprima era il 4­4-2, un credo in casa Juven­tus, portato avanti con fede dal Lippi bis, da Fabio Capel­lo e da Claudio Ranieri. Un sistema di gioco collaudato, dove tutti i giocatori si muove­vano ormai a memoria e an­che gli inserimenti dei nuovi avvenivano con minore diffi­coltà perché la griglia era con­solidata. Quest’estate è acca­duta la rivoluzione: il cambio in panchina e l’arrivo di Die­gohanno modificato gli asset­ti. Ciro Ferrara ha voluto co­struire la squadra intorno al fuoriclasse brasiliano adot­tando dapprima il rombo di centrocampo (4-3-1-2) con Fe­lipe Melo vertice basso e Die­go trequartista alle spalle del­la coppia d’attacco. Poi il tec­nico è transitato per una solu­zione tattica che prevedeva il 4-1-3-2 (contro il Genoa, per esempio) con Melo davanti al­la difesa e tre centrocampisti in linea. Infine ha concluso, per ora, con il 4-2-3-1, ovvero due mediani in grado di pro­teggere la difesa, tre centro­campisti e un solo centravan­ti.

CAMALEONTE – Una Juven­tus camaleontica, insomma, non soltanto perché ha cam­biato modulo rispetto al pas­sato, ma anche perché la squadra si sta abituando a cambiare durante la gara. Spesso accade infatti che Fer­rara decida nell’ultima mezz’ora di partita di adotta­re il più solido 4-4-2. Un esem­pio è proprio la sfida contro il Genoa: schierata la squadra con il 4-1-3-2, nella ripresa il tecnico bianconero ha inserito Sebastian Giovinco prima come trequartista poi esterno sinistro nel 4-4-2. Altri esem­pi arrivano dalle partite di Champions League: contro il Bordeaux i bianconeri sono partiti con il 4-3-1-2 per vira­re verso il 4-4-2 con l’ingresso in campo di Mauro German Camoranesi, contro il Bayern Monaco sono passati dal 4-3-1-2 al 4-1-4-1 quando Christian Poulsen ha sosti­tuito Diego. E chissà che in fu­turo il tecnico non abbia in serbo altre sorprese, per esempio adottando l’albero di Natale di ancelottiana memo­ria.

MENTALITA’ – Se Ferrara ama sperimentare e cercare l’assetto migliore, i giocatori invece snobbare la tattica e gli schemi privilegiando l’atteg­giamento e i piedi buoni. L’ul­timo a esprimersi sul tema è Amauri, pronto al rientro contro l’Udinese dopo aver saltato la trasferta di Berga­mo per squalifica.

Fonte: Tutto Sport di Marina Salvetti

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