Calcio Italiano Maldini prepara la fuga al Chelsea

Maldini prepara la fuga al Chelsea

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Il numero 3 rossonero potrebbe seguire Ancelotti come team manager.

 

MaldiniSincero fino a di­ventare spietato, pungente sino a sembrare irriverente. Paolo Maldini, nei suoi 24 anni di car­riera rossonera sempre schietto entro i confini della diplomazia calcistica, ieri nella sua prima conferenza stampa da ex non ha usato mezze misure. Per criti­care la cessione di Kaká, per cen­surare l’atteggiamento dei diri­genti dopo la contestazione dei tifosi durante Milan-Roma, per ribadire di non aver ricevuto da quella società di cui è diventato una bandiera alcuna proposta che non fosse «di facciata». Non è la prima volta che Mal­dini entra in rotta di collisione con i dirigenti rossoneri. Era già avvenuto nel ritiro inverna­le di Dubai di due anni fa quan­do sollevò il caso sul settore gio­vanile del Milan, non più all’al­tezza di quello degli altri club italiani.

Dopo l’amarezza mani­festata per il mancato interven­to dei vertici rossoneri in segui­to agli striscioni degli ultrà, ieri Maldini ha aggiunto:
«Galliani aveva preso le mie parole come una cosa personale. Ma il Milan non è identificabile in una sola persona. Mi aspettavo qualcosa di diverso. Le parole di Berlusco­ni invece mi hanno messo a mio agio, con il cuore in pace». E ora cosa nasconde il futuro? «Ora il futuro è rappresentato dalla gestione della vita familia­re. Ho ricevuto proposte di va­rio tipo, dagli sponsor storici o altro. Dal Milan niente, ma c’è tempo. Se mi affideranno incari­chi di responsabilità sarà diffici­le dire no, ma non voglio posi­zioni di facciata. Mi proposero la guida del settore giovanile ma ho rifiutato perché penso che in quella posizione serva gente con esperienza in quel­l’ambito e io non ce l’ho».

Ecco perché Paolo ora è assai tentato dall’idea di accettare la propo­sta avanzatagli da Carlo Ancelot­ti che lo vorrebbe con sé al Chel­sea
: ha pronta per lui la figura del team manager, ovvero il ruo­lo del dirigente che funge da rac­cordo fra spogliatoio e società. Paolo parla fluently l’inglese ed è una figura carismatica. Le per­plessità sono legate alla necessi­tà di sradicare da Milano tutta la famiglia, bambini compresi.

Fonte: Corriere della Sera

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