Calcio Italiano Mazzarri: «Napoli, ora c’è l’esame di maturità»

Mazzarri: «Napoli, ora c’è l’esame di maturità»

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l tecnico: «Restiamo con i piedi ben saldi a terra»

 

MazzarriDalla sua casa di Empoli Walter Mazzarri torna sulla notte magica vissuta dal suo Napoli a Torino in casa della Juve. Ai microfoni di Sky Sport 24 il tecnico azzurro commenta così il momento magico della sua squadra, cercando di frenare gli entusiasmi che si sono scatenati e che già pensano in grande, all’Europa che conta: «Quarto posto, Champions…Non bisogna pensare così, non bisogna farlo. Per noi ora arriva il difficile. Sono quattro partite che lavoriamo insieme, abbiamo fatto grandi prestazioni contro grandi squadre, con le quali per certi versi è più facile giocare perché le motivazioni vengono da sole e gli spazi si trovano più facilmente. Davanti adesso avremo squadre più piccole, squadre che lottano per la pagnotta: si chiuderanno, il vero esame di maturità di questa squadra, che ricordo è molto giovane, sarà questo. Andiamoci cauti, restiamo sempre concentrati e non alziamo lo sguardo in alto».

AI GIOCATORI DARE TANTO E PRETENDERE TANTO – Il tecnico rivela come la gestione dello spogliatoio sia uno dei segreti di questo exploit partenopeo e, più in generale, dei risultati sul campo. E la ricetta è una, semplice: libertà, buonsenso, chiarezza: «Con me bisogna lavorare, essere seri, ma non si può pensare che una squadra vada gestita come una caserma. Quando c’è bisogno di arrabbiarsi ci si arrabbia ma bisogna anche capire i ragazzi come fa un padre di famiglia. Bisogna gestire il gruppo, capire se un ritardo lieve è da punire o meno con una multa…Questo è compito mio, lo interpreto io, non si può pensare di ottenere qualcosa essendo rigidi ad oltranza, senza cercare di capire quello che succede nello spogliatoio, dove certe cose si palpano, si sentono. Io Ho un modo di gestire i giocatori a 360°, non mi fermo solo al campo, ho due cellulari sempre accesi per essere sempre reperibile, a loro disposizione, per loro ci sono sempre. E per questo da loro pretendo un rendimento alto».

LAVORO A TEMPO PIENO – La cultura del lavoro del tecnico toscano ha anche i suoi lati meno positivi: è da un mese ormai il tecnico del Napoli ma ancora non ha praticamente visto la città. Ma l’importante è far contento il presidente: «A Napoli sto lavorando tanto, quasi non ho tempo di cercare casa. Albergo, campo d’allenamento e viceversa. Il calore della gente e i posti bellissimi di Napoli ancora devo viverli appieno. De Laurentiis? Ci siamo salutati ieri sera, era contento»

ALLENO GIÀ UNA GRANDE – Eppure sembra ieri quando Mazzarri era in disparte, scartato da tante squadre che hanno preferito progetti e uomini differenti per le loro squadre. Ma non c’è rancore nelle sue parole, bensì la certezza di essere alla guida di una big, per tanti versi: «Sto allenando in una grande piazza, in una società importante. Non posso commentare le scelte dei presidenti, i risultati si vedranno dopo. Se qualcuno prende delle decisioni è perché è convinto di quello che fa. Io sono contento della carriera che ho fatto, partendo da sottozero e dimostrando volta per volta di meritare i risultati ottenuti».

PREMIO? PIÙ IMPORTANTI ALTRE COSE – Alcuni dicono che ieri De Laurentiis abbia promesso a fine partita un premio se dovesse continuare la striscia positiva anche nel prossimo incontro: «Se facciamo benissimo a Catania, al di là del premio in moneta, questi ragazzi meritano elogi. Hanno subito cercato di sposare le mie idee. Non è importante il premio, è importante la sinergia di intenti e di risultati che si è creata. L’entusiasmo a Capodichino? I tifosi già al ritorno da Firenze ci avevano dato un calore esagerato, bello».

HAMSIK? I PEZZI GROSSI DEVONO RESTARE – Il finale è sullo slovacco, il vero valore aggiunto di questa squadra: «Hamsik? È molto giovane e ha ampi margini di miglioramento. Grande giocatore, universale, più ruoli, corre, attacca e difende, altissimo livello. Ed è anche un ragazzo con la testa sulle spalle, è lanciato per una grandissima carriera. Se si vuole crescere, pensare che nel giro di qualche anno si possa competere per le grandi è ovvio che i pezzi importanti debbano rimanere».


Fonte: Tutto Sport

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