Calcio Italiano Mou:“Esigo rispetto, non siamo in una culla d’oro”

Mou:“Esigo rispetto, non siamo in una culla d’oro”

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“Mentre noi giocavano tre partite a settimana qualcuno era in vacanza al sole”

 

Mourinho“Se rimango all’Inter al 100%? No. Nel calcio non puoi mai dire”. Torna a parlare Josè Mourinho e come sempre sono sciabolate più che semplici dichiarazioni.

LA ROMA
“La Roma ha approfittato del periodo, tutti sappiamo perché non ho fatto più conferenze stampa”, è l’esordio dello Special One in conferenza stampa. “Hanno approfittato dopo il nostro pareggio con la Fiorentina e ora hanno fortuna di avere finale in Coppa in casa, una cosa unica al mondo”. Parte subito a mille il tecnico portoghese: per lui non è un problema giocare contro la Roma, un po’ di più è giocare una finale di Coppa Italia in casa della Roma che ammette aver avuto una stagione fantastica, “merito di tutti, giocatori, allenatore, tifosi e società”.

“ESIGO RISPETTO”
Ora l’Inter può vincere tutto, ma il rischio di uno “Zeru tituli” c’è ancora. “Zeru tituli non è un dramma nè per noi nè per nessuno se si lavora bene è il calcio che è così. Se tu finisci quinto in classifica a 30 punti in meno è una cosa, altrimenti non è né un dramma né una vergogna”.

È proprio su questa parola, usata dal presidente delle Roma Rosella Sensi dopo il match contro la Lazio, che si scatena l’orgoglio di Mourinho: “Vergogna è andare a rubare. Siamo arrivati qui perché lavoriamo da tutta la vita. Se giochiamo una finale di coppa, Champions e lo scudetto, non dico che meritiamo rispetto, io esigo rispetto. La signora può essere presidente, signora, dottore, nata in una culla d’oro, ma se siamo arrivati qua io esigo rispetto”.

QUATTRO FINALI
Un momento delicato per la stagione interista e il tecnico lo sa: “Non possiamo fare scelte. Domenica scorsa abbiamo giocato con la stessa squadra di Barcellona, ora Sneijder è a rischio e domani non gioca, Lucio a rischio. Noi abbiamo messo tutto in campo e rischiamo. Anche domani non facciamo una scelta, non risparmiamo i giocatori per Madrid, sono quattro partite che rimangono e sono tutte importanti”.

IL 5 MAGGIO
Arrivano le prime stoccate agli avversari: “Qualcuno era in vacanza mentre noi giocavamo 3 partite ogni settimana, poi l’Italia aspetta che l’Inter giochi in finale per rischiare di perdere una posto in Champions. Ironia del destino”.
“Non capisco perché domani non dovrebbe essere una grande partita. I tifosi di oggi vivono nei tempi moderni un momento unico, se qualcuno ha vissuto un momento più bello con l’Inter ha almeno 60 anni. Gli interisti domani vogliono essere felici”.

La finale di Coppa Italia richiama alla memoria dei nerazzurri una delle date più nefaste della recente storia, il 5 maggio, ma non a Mou. “Il 5 maggio lo ricordo solo per la morte Napoleone, non sono nato interista. Se i tifosi romani non vogliono una grande partita non é un problema mio, io parlo per me e giocatori, vogliamo vincere”.

Ha già vinto due coppe di Lega, in Portogallo e in Inghilterra, ma in Italia ha più soddisfazione
“La Coppa Italia non era importante quando sono arrivato, ma dalla prima partita col Genoa ho giocato con una squadra importante. Mi sento responsabile di avere cambiato, per l’Inter, la mentalità sulla Coppa Italia. Certo loro giocano in casa, non mi sembra corretto. Non sono nessuno e non facciamo un dramma. Noi vogliamo giocare”.

A chi li chiede se il suo giudizio su Ranieri è cambiato, risponde secco: “Ranieri? Mi sono dimenticato, era tanto tempo fa”.

LA SINDROME COREICA
Così definisce l’atteggiamento che, secondo lui, hanno dimostrato gli avversari della Roma. “Contro di noi sono tutti i migliori in campo. Contro la Roma a metà tempo, si cambia. I portieri contro di noi sono i migliori, abbiamo incontrato Muslera tre volte ed è stato incredibile. Contro la Roma tutti hanno la sindrome Sindrome Coreica (malattia ereditaria che inizia con una certa goffaggine dei gesti, per poi limitare l’alimentazione e la possibilità di stare in posizione eretta e di camminare a causa di incessanti e involontarie contrazioni muscolari ndr), la palla arriva ed è gol . Loro sono fortunati, noi sfortunatissimi”, dice mimando il gesto.

LAZIO-INTER
Si torna anche a Lazio-Inter. “Ho vinto 5 campionati e non ho mai vinto con difficoltà. Dicevo sempre di voler un giorno vivere la pressione e la difficoltà di giocare fino a ultimo. Sbagliavo. È più bello vincere con 20 punti di vantaggio. Domenica è stato un giorno difficile, per la prima volta sapevo che se non vincevo, niente campionato. Dopo Barcellona, morto io, morti tutti i giocatori, mentre altri erano in vacanza al sole, noi reduci da vera guerra calcistica, senza sapere che giocatori fare giocare: ho rischiato tutto. Ho vissuto un giorno di pressione. La rivalità tra tifoserie c’è in tutto il mondo. È un problema tifosi non è un problema mio.

INTER AL 100%. NO
Scende il gelo però quando si parla di futuro. “Se rimango all’Inter al 100%? No. Nel calcio non puoi dire niente”. Il presente passa anche dalla dichiarazione di Johan Cruyff che lo reputa un grande allenatore, ma un pessimo esempio. “Non mi ricordo quando una mia squadra ha perso e i miei avversari che non festeggiano in campo o di avversari a fare la doccia in mezzo al campo”. Girano voci che i tifosi romanisti abbiamo organizzati caroselli e bagarre per non far dormire i giocatori interisti. “Notte in bianco? Siamo abituati. Abbiamo l’esperienza di Barcellona, se qualcuno si butta per terra con mani, siamo già abituati anche a questo”.

IL MIGLIORE?
“No, non mi sento il migliore del mondo, ho già vinto prima tre titoli in una stagione, sarebbe la seconda. Mi considero non il migliore, ma come uno che dà tutto. Quando vado a casa dormo bene perché do sempre tutto”.


Fonte: Redazione Datasport (AGM Datasport)

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