Calcio Italiano Prando all’ATTACCO: da Gila ad Adri, passando “senza rimpianti” per Pazzini…

Prando all’ATTACCO: da Gila ad Adri, passando “senza rimpianti” per Pazzini…

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Le confessioni del tecnico della Fiorentina su alcuni attaccanti…

 

PrandelliDi giovani campioni ne ha lanciati tanti, costruendo così buona parte della sua carriera. Ma Cesare Prandelli non si serve da trucchi da Mago di Orz, nel fare il suo lavoro. Ai ragazzi che allena, quando necessario, parla da uomo, più che da tecnico. E tanto basta per tirare fuori il meglio da loro.

Prendete Alberto Gilardino, ad esempio. Macchina da goal a Parma, in crisi nel Milan, di nuovo macchina da goal a Firenze. Il Prando sul Gila fa il modesto, ma di meriti ne ha: “Non c’è stato bisogno di cure – ha spiegato all’Avvenire –, un campione del mondo come Alberto che aveva deciso di rinunciare a parecchi soldi dal Milan pur di sposare il progetto Fiorentina era già partito con il piede giusto. I 16 gol sono la conseguenza naturale della maturità dell’uomo prima che delle sue indiscutibili capacità tecniche“.

Maturità, quella mancata nel momento più delicato della carriera ad Adriano, altro pupillo di Prandelli: “Con lui ho avuto un rapporto fantastico, ma ricorderò sempre che i primi due mesi a Parma non lo vidi mai ridere, fino a quando un giorno non venne a trovarlo il suo fratellino Thiago. Con lui e con la sua famiglia, era un’altra persona, solare, sereno. La morte del padre, sicuramente deve aver rotto qualcosa dentro di lui. Per aiutarlo bisogna capire dove si annida il suo disagio, ma Adriano deve anche aiutarsi da solo per vincere questo momento. Gli sono molto vicino“.

Ma nel passato dell’allenatore viola ci sono anche scommesse non vinte, come nel caso di Giampaolo Pazzini. L’attaccante è rinato nella Sampdoria dopo non essersi riuscito a ritagliare uno spazio importante nella Fiorentina, fallimento spiegato così dal Prando: “Rimpianti? No, perché c’è chi accetta e comprende di essere utile alla squadra anche se gioca 20 minuti come Bonazzoli che sta facendo benissimo e chi invece ha la necessità di sentirsi titolare e amato dai tifosi a prescindere dai gol e le prestazioni come Pazzini, che da toscano ha pagato il peso di vestire la maglia viola“.

Chiusura dedicata ad un attaccante mai allenato dal tecnico di Orzinuovi, Federico Macheda. Un legame tra i due, in un certo senso, esiste comunque: “Strappato alla Lazio? A me era già successo al Parma con Giuseppe Rossi, a tutt’oggi la più grande perdita del calcio italiano. È necessario cambiare la normativa se vogliamo conservare i nostri talenti, questo non vuol dire incatenarli, ma dirgli: ragazzo, io investo su di te e quindi devo gestire la tua crescita professionale almeno fino ai 22 anni. Poi società e giocatore decideranno insieme quale strada intraprendere“.


Fonte: Goal.com

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