Calcio Italiano Serie A, I voti della 9^ giornata: Zero alla panchina della Juve

Serie A, I voti della 9^ giornata: Zero alla panchina della Juve

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serie_a-timALL’INTER DA TRASFERTA, 10 – Continua a non sbagliare un colpo la beneamata lontano da San Siro: 8 successi consecutivi che equivalgono a un record assoluto per la squadra nerazzurra che con il trionfo al Dall’Ara ha anche ottenuto la settima vittoria consecutiva. Come nella stagione 1961-62 quando in panchina c’era Helenio Herrera, un altro paragone illustre per Andrea Stramaccioni l’uomo della rinascita dell’Inter che vince come quella di Mourinho: difesa, ripartenze e gol degli attaccanti. La Juve ha trovato la sua antagonista per lo scudetto.

AL CAGLIARI DI PULGA-LOPEZ, 9 – Terza vittoria per 1-0 per i sardi che dall’avvento del duo in panchina non ha più incassato gol ed è uscito dalle secche di una classifica che era da film horror ed ora è molto più bella da vedere. Come diceva una celebre pubblicità, a Cagliari “Two is megl che One“.

AD EL SHAARAWY, 8 – Il Milan vince ma stenta, Allegri resta in balia della corrente ma almeno i tifosi rossoneri si possono consolare con il primato in classifica cannonieri del Faraone, che con il suo Genoa ha trovato il sesto sigillo stagionale in campionato (sette se si considera anche il gol allo Zenit in Champions League). In una stagione finora da incubo per il Diavolo, i tifosi si possono consolare con le giocate, la grinta e le magie di questo ragazzo del ’92 che ogni volta che scende in campo sembra assomigliare di più a un top player.

ALLA FIORENTINA, 7 – Udite, udite si vince anche senza i gol di Jovetic. Contro la Lazio il montenegrino non incanta ma la Viola riesce a trovare la quarta vittoria al Franchi in campionato che vale il quinto posto solitario in classifica. E il Franchi assomiglia ogni giorno di più a un fortino dove la fortuna non perde dal 1 aprile (successo 2-1 del Chievo).

AL NAPOLI, 6 –  Pur senza Cavani i partenopei restano in scia della Juventus battendo 1-0 il Chievo di Corini e dimenticando le figuracce in Europa League. I partenopei non saranno effervescenti e spettacolari ma continuano ad essere una squadra tremendamente efficacia che può lottare fino alla fine per lo scudetto.

AL TORINO, 5 – Un Torino che, dopo il 3-0 rifilato al Pescara nel debutto casalingo, all’Olimpico continua a raccogliere soltanto erba cattiva: un pareggio e tre sconfitte, l’ultima, contro il Parma, difficilmente difendibile. Okay la quarantina di minuti giocati in 10 per il rosso sventolato in faccia a Sansone, ma nel complesso la squadra messa in campo da Ventura è apparsa molto fragile e spuntata, anche per le scelte di far sedere in panchina sia Bianchi sia Cerci (entrato con assist ma a gara ormai compromessa). I tifosi fischiano. E cantano. Contro Cairo.

ALL’ENNESIMA RIMONTA SUBITA DALLA ROMA, 4 – Con questa a quante siamo arrivate? Onestamente, si sta perdendo un po’ il conto. E questa volta Zeman ci mette molto (male) del suo: squadra sbilanciata, sbandata, traballante o spaccata, scegliete pure voi l’aggettivo che più vi piace per definire la Roma che passa, nel giro di venti minuti, dall’esaltazione estrema per la doppietta fulminea di Lamela alla paura tremebonda per il pareggio colto dall’Udinese. Poi, piovendo sul bagnato, quel rigore che non ci sta. Comunque, complimenti a Guidolin.

AGLI 0-0 STRIMINZITI DI FONDO CLASSIFICA, 3 – “Che fate quest’anno?”. “Mah, noi ci dobbiamo salvare…”. “Eh, noi anche…”. “Beh, allora non facciamoci del male”. No, figuriamoci, nemmeno per sbaglio… e se bisogna portare a casa dei punti, allora che lo si faccia contro le squadre che hanno ambizioni maggiori. Siena-Palermo e Pescara-Atalanta sono state due gare a reti bianche di una pochezza imbarazzante. Se questa è Serie A, la Serie A a venti squadre, allora ha ragione chi vorrebbe dare una bella sforbiciata al nostro campionato. Ah, e con 38 zeri-a-zeri la salvezza potrebbe anche essere non così matematica…

ALLA SAMPDORIA, 2 – C’è qualche attenuante per le assenze, vero, ma con lo 0-1 casalingo contro il Cagliari la striscia perdente si allunga a quattro, e quella classifica, così “carina” per una neo-promossa (anche se di blasone) di inizio stagione ora comincia a non essere più particolarmente sorridente. Soprattutto se mercoledì bisogna andare a giocare al Meazza contro l’Inter. Ferrara, comunque, pare tranquillo, quantomeno di facciata: “Non mi sento a rischio…”.

AL WEEKEND ARBITRALE PEGGIORE DI SEMPRE, 1 – Almeno un errore, grave, per ogni “blocco” di partite: sabato sera il Milan segna con Abate in fuorigioco, domenica a mezzogiorno la Juventus vince con due errori da crocifissione di Maggiani, domenica pomeriggio alla Lazio viene annullato un gol regolare di Mauri e negato un rigore per il tocco con il braccio di Cuadrado, mentre domenica sera il Napoli la scampa sulla trattenuta di Campagnaro ai danni di Pellissier che valeva un penalty per il Chievo e l’Udinese completa la rimonta sulla Roma con uno inesistente. Forse la buona notizia è che peggio di così è impossibile fare.

ALLA PANCHINA DELLA JUVENTUS IN CAMPO, 0 – Nella pallacanestro c’è una regola, e non ci riferiamo all’instant-replay che potrebbe permettere agli arbitri di valutare subito – ed evitando qualsiasi protesta/problema – la validità (o meno) di un gol: i giocatori che siedono in panchina non si possono alzare né entrare in campo, neanche a gioco fermo. Pena, un fallo tecnico o un’espulsione. Gervasoni non solo non avrebbe visto nemmeno di striscio Pepe e Giaccherini, ma li avrebbe anche fatti “accomodare” in spogliatoio con un paio di rossi.

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