Calcio Italiano Adriano: “Per ora smetto” Cunha: “Caso psichiatrico”

Adriano: “Per ora smetto” Cunha: “Caso psichiatrico”

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Il giocatore: “Ho bisogno di stare in famiglia, rinuncio anche ai soldi”. Un grazie a Moratti (“come un padre per me”) e l’autodifesa: “Non sono malato e non è vero che ho amici delinquenti”. Il medico: “Ha delle turbe che non riesce a controllare”

 

AdrianoAdriano smette di giocare, almeno per un po': lo annuncia in una conferenza stampa all’hotel Windsor, alla Barra da Tijuca, in quartiere “in” di Rio de Janeiro, alla presenza di taccuini e telecamere. “Non sono malato, come dicono in tanti, ho solo bisogno di rimanere tranquillo, qui vicino alla mia famiglia, a mia madre, a mia nonna, a quelli che mi vogliono bene”. Di sicuro non ce l’ha con l’Inter, anzi sottolinea come Moratti sia “come un padre per me, mi è sempre stato vicino”. E non è nemmeno una questione di soldi: “Sono pronto a rinunciare anche al denaro, per me l’importante nella vita non è certo questo”.

“NON SONO MALATO” – Adriano semplicemente dice stop. C’è chi prefigura scenari apocalittici, chi dice che tra poco tornerà. Stasera, ai trenta e passa gradi di Rio, la notizia è che l’Imperatore dice basta. Sono quindi confermate, almeno in parte, le voci di amici, o pseudo tali, e fidanzate chiacchierone, raccolte in questi giorni, che narravano anche di un giocatore che non si diverte più come un tempo. “Non sono malato, però – ci tiene a ribadire il centravanti del’Inter – e non ho bisogno di psicologi o dottori”. Vuole rimanere vicino ai suoi cari, anche perché è stanco “della tanta invidia, del pettegolezzo continuo”, che lo circonda. “Tornerò quando dentro di me tornerà la gioia”. E in Italia, oggi, Dri, quella gioia non la vede. Quindi per un bel po’ il Belpaese resterà molto distante.
“NESSUN AMICO DELINQUENTE” – In molti sapevano che la situazione giaceva da un po’ sul crinale, l’uscita sul giornale “Extra” del medico Marco Aurelio Cunha (“Caso psichiatrico”), che aveva seguito l’attaccante durante il suo periodo di recupero a San Paolo, certifica che le preoccupazioni erano tante, già da allora. E in questi casi, può bastare un piccolo episodio per scatenare la crisi: così evidentemente è successo. Le nottate su cui tanti, probabilmente troppi hanno ricamato, specie qui in Brasile, sono quindi solo la conseguenza di un momento davvero difficile del giocatore, che però sceglie l’esilio come cura del male che sta vivendo. “Ma non è vero che i miei amici sono delinquenti. Certo, nella favela puoi incontrare trafficanti, e certo io, che lì ci sono nato, so chi sono, ma sicuramente non li frequento”.
TOCCA ALLA FAMIGLIA – Ora tocca alla famiglia. Come ha detto José Mourinho, il suo attuale allenatore, e confermato anche da Roberto Mancini solo qualche giorno fa, il problema è extra-calcistico e deve essere risolto esclusivamente dal giocatore. Certo, l’Inter e soprattutto Massimo Moratti, come ha dimostrato in più di una circostanza quando è andato oltre la sua mera qualifica di presidente, potranno aiutarlo, ma adesso Adriano deve trovare quella forza che, da giovane prospetto, ha illuminato la scena del Bernabeu, in un Inter–Real Madrid che in tanti non hanno dimenticato. Ci vuole ancora quella sua punizione, ci vuole di nuovo il vero Imperatore.

Fonte: Gazzetta dello Sport di Carlo Pizzigoni
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