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Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini

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Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordiniBrasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. L’8 luglio 2014 passerà alla storia del Brasile come uno dei giorni più funesti. Mai la Seleçao aveva perso una partita con un risultato così pesante 7-1. Se aggiungiamo che era la semifinale del secondo mondiale fatto in casa possiamo dedurre che si tratti di un vero e proprio lutto nazionale.

Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. Ancor più tremendo della sconfitta del 19 luglio 1950, quando i brasiliani furono battuti 2-1 dall’Uruguay. Al termine della partita si sono registrati  scontri per le strade fra tifosi delusi e polizia. A Copacabana e a San Paolo si bruciano le bandiere brasiliane. Si parla anche di forti risvolti politici: si dice siano ridotte al lumicino le possibilità di conferma della presidente Dilma Roussef alle elezioni d’autunno.

Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. La Germania è apparsa vera corazzata: un rullo compressore che ha cominciato a macinare gioco e gol fin dall’inizio. La goleada è maturata grazie alle reti segnate nel primo tempo da Muller all’11′, Klose al 23′, doppietta di Kross al 25′ e 26′ e Khedira poco prima della mezz’ora e, nella ripresa, dalla seconda doppietta di Schurrle al 24′ e al 34′. Di Oscar, allo scadere, il gol della “bandiera” del Brasile. Klose, con la sua 16^ rete in una rassegna iridata, firma il nuovo record, battutto quello di Ronaldo. Oggi, mercoledì 9 luglio alle ore 22:00, la seconda semifinale tra Olanda e Argentina.

Tifosi del BrasileBrasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. La disfatta verdeoro è qualcosa che va al di là del risultato. Inutile sottolineare le assenze dell’asso Neymar e del capitano Thiago Silva. Il C.T. Scolari e i giocatori, in primis Julio Cesar, Marcelo e Oscar, chiedono scusa all’intero Paese. Per il Brasile si tratta di una disfatta che, come detto, avrà ripercussioni sulla vita economica e sociale del Paese. Una parte dei brasiliani non voleva questo Mondiale, aveva manifestato e provocato disordini per le forti spese sostenute con i soldi del bilancio nazionale. E tutto questo malumore, ora, è amplificato da una sconfitta sul campo che il Brasile non riesce ad accettare. Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini.

Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. Già alla fine del primo tempo, con il risultato sul  0-5, i 200 milioni di tifosi della “Selecao” erano finiti nel panico. Pianti, cori di disapprovazione, fischi, insulti all’indirizzo del C.T. Scolari: una partita che resterà come una ferita profonda nella carne viva dei brasiliani e nella storia del Brasile.

Semi final - Brazil vs GermanyBrasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. Le lacrime e il silenzio piombati sul Paese dopo la semifinale persa in malo modo sono degenerati nel corso della notte in atti di vandalismo, rapine e negozi saccheggiati in alcune citta’ brasiliane. Una ventina di pullman dell’azienda privata Vip sono stati dati alle fiamme all’interno di un garage a San Paolo. Altri tre autobus di linea sono stati attaccati da sconosciuti mascherati e dati alle fiamme, sempre nella capitale paulista, dove l’azienda di trasporti SPT ha chiesto l’intervento della polizia per poter proseguire il regolare servizio notturno. In azione anche uomini dell’esercito.

Brasile, un paese in ginocchio: Silenzio, rabbia e disordini. I vandali hanno poi preso di mira un negozio della catena Ponto Frio, di San Mateo, periferia est di San Paolo. All’arrivo della polizia, gli agenti hanno arrestato due uomini e quattro adolescenti che stavano fuggendo con prodotti di elettronica. Incidenti si sono verificati anche a Belo Horizonte, dove si contano 12 feriti e otto arrestati, e a Salvador, nello stato di Bahia. A Rio de Janeiro, la polizia ha arrestato sei giovani che avevano rapinato alcuni tifosi stranieri che assistevano alla partita nel Fan Fest della Fifa, a Copacabana. Se la contestatissima presidente Roussef aveva beneficiato in popolarità dall’avanzare della nazionale turno dopo turno, dopo la deblacle clamorosa in semifinale tornano a levarsi critiche feroci contro di lei, la sua amministrazione, lo sperpero di denaro impiegato per allestire i Mondiali 2014. Problemi che battono sul nervo scoperto di un Brasile in cui disparità sociali, povertà e problemi di ordine pubblico continuano a riempire le cronache locali e i dibattiti politici.

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