Il numero 1 del Catania, Antonino Pulvirenti, è stato deferito dal procuratore federale, Stefano Palazzi, per le frasi rilasciate domenica scorsa all’indirizzo del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, definito “zitella isterica”. La Federcalcio, infatti, ha reso noto che la procura federale “ha deferito dinanzi alla Commissione Disciplinare il presidente del Catania, Antonio Pulvirenti “per avere, con le dichiarazioni rese nel corso dell’intervista rilasciata all’emittente televisiva Sky Sport il 20.01.2013 e riportate da numerosi quotidiani in data 21.01.2013, espresso pubblicamente giudizi e rilievi lesivi della reputazione del presidente della società Juventus, Andrea Agnelli”. Deferita anche la società a titolo di responsabilità diretta per la violazione ascrivibile al suo presidente.
“Il livello della dialettica politica espressa da Pulvirenti si qualfica da sè, non voglio aggiungere altro”. Con queste parole il direttore generale della Juventus, Giuseppe Marotta, aveva risposto al presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, che aveva dato della “zitella isterica” ad Agnelli. Oggi, prima della presentazione del neo-rossazzurro Edgar Cani, il numero 1 del club etneo ha controreplicato. “Cosa avrebbe potuto dire, Marotta, se non quello che ha detto? È un impiegato della Juventus, Agnelli è il suo datore di lavoro, quindi… Magari non ha detto quello che pensa. Non ho altro da dire, sull’argomento – ha spiegato Pulvirenti -. Il deferimento mi è stato annunciato da qualche giornale: nel caso in cui dovesse arrivare (è giunto ufficialmente poco dopo, ndr), sarò costretto a difendermi ed a dire esattamente tutto ciò che è successo ed stato detto su di me, in Assemblea. Io ho risposto, e sottolineo tre volte risposto, a una provocazione del presidente della Juve: non ho iniziato io”. Pulvirenti si esprime poi sul nuovo equilibrio della Lega: “C’è stata una regolare elezione: 14 società su 20 hanno votato questo governo, siamo in democrazia e si tratta di una maggioranza ampia, il governo della Lega ha diritto di fare la sua strada. Alla fine, lo giudicheremo”.
