Stasera a Tel Aviv, in una partita che da trasferta tranquilla si è trasformata in momento della verità, il brasiliano deve fare la differenza: buona parte del nuovo progetto Juve è costruito su di lui
E’ probabile che anche questa sera lo meneranno, come è accaduto in abbondanza nella gara d’andata, ma stavolta Diego « non ha alibi», come ha giustamente detto la coscienza par(l)ante della squadra, Gigi Buffon, allargando comunque il concetto a tutti i campioni della Juventus. Perché stasera a Tel Aviv, in una partita che da trasferta tranquilla si è trasformata in momento della verità, Diego deve fare il Diego, cioè la differenza. Aoltre due mesi dall’inizio del campionato e delle magie romane, il brasiliano non ha più nascondigli: la squadra ha bisogno di lui. E non solo per vincere contro una formazione, il Maccabi, che la Juventus dovrebbe riuscire a battere in modo agevole, senza bisogno di effetti speciali, ma anche per dare un segnale ai compagni e all’ambiente: una buona parte del nuovo progetto bianconero si basa su di lui (a partire dal faticoso cambio del sistema di gioco) e ora c’è chi inizia a domandarsi se si tratti di fondamenta solide. Una grande prestazione non servirebbe solo per i tre punti (questa volta esiziali più che preziosi), ma anche per dare una risposta e consolidare la convinzione di tutti nell’andare avanti su questa strada. Perché l’altro fondamentale obiettivo è proprio questo: andare avanti, nel senso di tenere il ritmo e trovare la continuità, una vera chimera in questi mesi di montagne russe, partendo dal livello più basilare, cioè mantenere la concentrazione per tutti i novanta minuti e non, come sabato, scordarsi gli ultimi trenta. Il primo passo per infilare un’indispensabile serie di vittorie e rilanciare l’inseguimento all’Inter e le ambizioni Champions. Se poi non escono proprio tutte delle “Juventus-Sampdoria” poco importa, allo stato attuale delle cose sarebbe cruciale anche solamente vincere senza soffrire troppo.
Fonte: Tutto Sport di Guido Vaciago
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