Sarà una partita cruciale per la stagione della Juve di Antonio Conte. Una trasferta pesante ma soprattutto difficile, che i bianconeri dovranno tenere sotto gamba ma allo stesso tempo con un furore agonistico degno di nota.
Quando ai sorteggi di Champions venne decretata l’avversaria della Juve, posta in prima fascia, i tifosi bianconeri lanciarono un sospiro di sollievo così come Conte e Marotta. Il Celtic era forse la prima o la seconda formazione che tutti avrebbero voluto pescare e la sorte ha voluto premiare l’ottimo lavoro bianconero nel girone. Come si dice: “Non tutti i mali vengono per nuocere” oppure potremmo dire: “Non tutti i beni non vengono per nuocere”. Gli uomini di Conte devono star attenti a giocare contro una formazione solida, compatta, non dai grandi nomi ma che comunque può far male. Lo ha dimostrato nel girone, contro il Barcellona dove ha vinto contro i catalani con il 16% del possesso palla, il minore ottenuto in una partita Champions dal lontano 2006; anche se in quella occasione il portiere Forster fece miracoli (altro che Marchetti).
FURORE AGONISTICO – Il Celtic evidenzia il particolar modo il vecchio gioco inglese, quello fatto di corsa, di fisicità, di lotta in mezzo al campo anche senza il pallone tra i piedi. Il calcio che veniva definito “inglese” e che ora lo è poco, è rimasto solido e tradizionale in Scozia. Gli uomini del tecnico nordirlandese Neil Lennon giocano un calcio ricco di furore agonistico, grinta e pressing, come se in campo ci fossero 11 Gattuso. The Bhoys (così vengono nominati i giocatori del Celtic) potranno avere dalla loro il supporto di un tifo secondo a nessuno al mondo, tra i migliori in circolazione. E non ci saranno striscioni intimidatori o cori contro i bianconeri, ma un semplice avviso: Welcome to paradise, benvenuti in paradiso appunto. Anche una squadra come il Barcellona impallidì di fronte ad un tale spettacolo, nonostante i catalani fossero stati sfortunati a piombare a Glasgow proprio quando si celebrava il 125° anniversario del club. Sarà proprio l’inizio della partita la chiave dello scontro, se i bianconeri riusciranno a mantenere i nervi saldi e la concentrazione potranno anche sperare di riuscire a superare con successo quel lasso di tempo in cui il Celtic Park scatenerà il “vero” inferno.
L’ATTACCO SCOZZESE – Il Celtic non vanta campioni e neanche uomini in grado di risolvere una partita ma gli avversari possono dire la stessa cosa. Il gioco di Lennon è concentrato sull’agonismo, sulla forza fisica e sulla compattezza della squadra. Da tenere d’occhio, per gli uomini di Conte, sono Samaras e Gary Hooper. Il greco non è molto veloce ma è il giocatore più tecnico della squadra: sa mantenere il pallone e temporeggiare, è abile nel dribbling e nella conclusione in porta. Usa solitamente allontanarsi dall’area per giocare sulla fascia e abilitare la corsa del giovane attaccante inglese Hooper classe ’88, 44 gol in 63 partite. Pericolosi anche il giovane Forrest classe ’91, esterno destro del Celtic dalla grande velocità e qualità tecnica, e Mulgrew con i suoi cross insidiosi.
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