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Diego esclusivo: «Nessuno è più forte della Juve. Siamo un grande gruppo. Torno con il Bologna»

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Il trequartista brasiliano parla a Tuttosport: «Siamo una grande squadra e un grande gruppo. Possiamo vincere subito qualcosa di importante. Torno con il Bologna». Leggi l’intervista sull’edizione di Tuttosport oggi in edicola!

DiegoI piedi di Diego Ribas da Cunha – lo riconoscono anche i tifosi avversari ed è il tributo più grande per un calciatore – sono notoriamente da virtuo­so, a soprendere è la te­sta. Lucido nel ragiona­mento, rilassato nel reg­gere il ruolo di primo del­la classe, abile nello sfug­gire ai tranelli dialettici con un sorriso che sem­bra dire: «Non mi freghi». Il Diego che incontri fuo­ri dal campo regge il pa­ragone con quello capace di incantare le folle nei 90’ dedicati al dio pallo­ne. E il fatto non è scon­tato, di solito. Insomma, per la gente bianconera il divertimento sembra ga­rantito almeno per un de­cennio grazie a un fuori­classe assoluto, di quelli che fanno epoca. E visto che alla Juve ci si diverte solo vincendo, sottoli­neiamo subito una frase tra le tante emerse nella chiacchierata con il nu­mero 28: «Siamo una grande squadra, soprat­tutto un grande gruppo. E’ questo il momento di vincere». Parole che arri­vano quasi a fine intervi­sta, ideale sintesi del Diego pensiero. Il fuori­classe di Ribeirao Preto si esprime in un italiano più che buono, eppure in­contentabile commenta: «Non è ancora perfetto, devo lavorarci».

Cosa l’ha sorpresa d più in questi primi mesi ita­liani?
«Mi ha sorpreso la gran­dezza della Juventus. E poi l’affetto che tutti sembrano provare per me. Soprattutto gli ju­ventini, ma noto rispetto anche da parte dei tifosi avversari».

Il suo impatto, anche mediatico, sul calcio ita­liano è stato davvero no­tevolissimo. Qual è il se­greto, oltre al fatto di sa­per trattare molto bene quel pallone?
«Io penso di rispettare tutti, forse conta quello. Quanto ai tifosi juventi­ni, è chiaro che mi fanno sentire importante, mi danno forza».

Ci regali un’istantanea che faccia capire come si manifesta questo af­fetto.
«Mi viene da pensare a quando siamo stati a Na­poli, l’accoglienza fu ve­ramente diversa. Gli ab­bracci, le sciarpe della Juve sul collo, mi aspet­tavano all’hotel, al risto­rante».

Lei ha origini napoleta­ne.
«Sì, un ramo della mia famiglia è di origine na­poletana, un altro del Nord Italia».

La sua vita è molto cam­biata?
«Molto no. Certo voi ita­liani, in quanto latini, siete più vicini a noi bra­siliani rispetto ai tede­schi e questo ovviamente è un aspetto piacevole».


Fonte: Tutto Sport

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