Coppe Diego-Juve, firma smentita Udinese, quanti rimpianti

Diego-Juve, firma smentita Udinese, quanti rimpianti

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Nel dopo partita di Uefa si diffonde la voce dell’accordo ufficiale tra il brasiliano e i bianconeri, prontamente smentita anche dall’interessato, che ribadisce: “Per ora penso al Werder”. Quagliarella ripensa all’eliminazione: “Io ho sbagliato dei gol, ma in due partite ne abbiamo presi sei…”

 

Diego

“Ha firmato”. “No, davvero?”. “Sì, sembra proprio che sia fatta…”. La voce si diffonde a tarda sera, dopo l’ennesima prestazione deliziosa di Diego: deliziosa oltre che decisiva, visto che il brasiliano è stato ancora una volta protagonista, nella vittoria che ha regalato la qualificazione in semifinale di Coppa Uefa al Werder Brema, negandola di conseguenza all’Udinese. E il club che avrebbe messo davanti al fantasista il fatidico “pezzo di carta” su cui apporre la propria firma risulterebbe, puntualmente, la Juve (che tra l’altro aveva piazzato nella tribuna del Friuli il capo dei suoi osservatori, Renzo Castagnini).

LE SMENTITE – Immediate le smentite degli interessati. Per primo parla Klaus Allofs, già attaccante negli anni ’80 di Bordeaux, Olympique Marsiglia, Werder e nazionale tedesca, e ora da tempo direttore generale del club di Brema. “Diego è un nostro giocatore, per noi non ha prezzo e faremo di tutto per tenercelo” taglia corto il dg. Poi tocca a lui, al fantasista (ascolta l’audio). Che con scelta di termini da fare invidia ai migliori portavoce e addetti alle relazioni esterne, scandisce: “Posso confermare pubblicamente di non avere accordi con alcuna società: né con la Juve né con altre”. Seguono ovviamente i rituali “Penso solo al Werder” e “in questo momento così delicato sono concentrato sul Werder”, ma ciò che più colpisce è l’eleganza con cui in realtà smentisce se stesso. Perché Diego, brasiliano-portoghese di madre lingua, rilascia con assoluta naturalezza interviste in spagnolo; scambia battute, ancorché semplici, in buon italiano con interlocutori italiani; e per tutti gli altri, c’è il suo inglese, che è decisamente buono. Insomma, un giocatore moderno, poliglotta, cittadino del mondo: che sicuramente tiene molto al Werder (se no non gli regalerebbe quella quantità di magie e di saggezza registica che produce con impressionante regolarità) ma che quel mondo inizierà a girarlo molto presto. Però per adesso niente firma, d’accordo: tra l’altro, dopo ogni suo show sulla ribalta internazionale le quotazioni di Diego si impennano inevitabilmente, e la Juve – o chi per lei – dovrà rassegnarsi ad aprire bene la borsa, perché da tirare fuori ci sarà parecchio.
IL QUAGLIA – L’altro autore di doppietta della serata di ieri è anche l’altro uomo in vetrina, e si chiama Fabio Quagliarella. Lui liquida tutto: “Le voci di mercato? Cose da giornali” (ascolta l’audio). Anche le lusinghe di Mourinho? “I complimenti dell’allenatore avversario sono qualcosa che fa molto piacere a un giocatore, ma il discorso si ferma lì”. E gli osservatori della Juve? “In campo c’era un certo Diego… No, io ribadisco, a Udine sto bene, tanto nel calcio quanto nella vita quotidiana”. Insomma, chiusura totale. Di certo, nel suo amore dichiarato per il club bianconero c’è del vero. E anche dai suoi commenti sul doppio confronto coi tedeschi, errori suoi all’andata compresi, trapela un interesse per il futuro della squadra: “Responsabilità? Io mi prendo le mie. Ho detto che avrei cercato il riscatto, ho cercato anche il pallonetto, perché sapevo che lo avrei messo dentro. Ma mi prendo pure tutta la croce io, se volete. Però di gol ne abbiamo anche presi, e tanti”. Il segnale è dunque alla società. Il direttore generale Leonardi difende a spada tratta la squadra: “Sono orgoglioso di questi ragazzi”. Ma se l’Udinese vuole diventare grande, c’è ancora parecchio da sistemare, a partire dalla difesa.

Fonte: Gazzetta dello Sport di  Pier Luigi Todisco
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