Il gioiello slovacco della squadra di Mazzarri si sbilancia: «Questa gara ha mostrato che la corsa è ancora aperta. Il rigore? Non ho provato nulla, credetemi. Lo dedico a mio figlio Christian. Da quando è nato non gli avevo ancora regalato un gol»
La festa del papà, al novantesimo di Napoli-Roma, è un fremito che scuote la schiena: la palla sul dischetto, in sessantamila che trattengono il fiato e Christian, ignaro, che nella culla aspetta la dedica. «Io non ho provato niente, credetemi». L’uomo di ghiaccio, il vanto dell’Est, s’è sistemato il pallone sul dischetto, ha ripensato al digiuno insopportabile che andava avanti dal 20 dicembre, s’è ricordato di voler arrivare a quota dieci ed era ancora ad otto, ha riflettuto sulla classifica, sui benefici di quel 22 che appena un quarto d’ora prima era 0- 2 ed ha calciato: alla Hamsik, con freddezza, come un consumato killer (del calcio, sia chiaro) che ha il dovere di sistemare una pratica emotivamente burrascosa. «È stata una gioia, certo. Ed io questo momento lo vivo per Christian, al quale da quando è nato non ho potuto regalare ancora un gol. È stata difficile, perché sembrava persa; ma il mister è stato bravo dalla panchina con i cambi e Denis è stato bravissimo, nel dimostrarsi decisivo. Sono contento, ci mancherebbe, ma sono contento a metà». L’altra metà della felicità, quello spicchio di euforia soppressa da un pareggio ch’è un’occasione mancata, è comunque congelata nel freezer della stagione, nella percezione aritmetica che nulla è decisamente cambiato: «Sia anche chiara una cosa: la corsa alla Champions è viva, è aperta a tante squadre e dunque anche a noi. C’è ancora tantissimo da giocare».
DOUBLE FACE – La Roma è l’indigesta nemica carissima che da tre anni lascia segni d’insofferenza in quel san Paolo che tracima d’entusiasmo e dopo un’ora precisa le streghe ricompaiono a Fuorigrotta, lasciando intravedere la terza sconfitta in tre sconti diretti: «E invece siamo stati bravi nel reagire: non sarebbe stato facile per nessuno, ma noi siamo abituati a questi colpi di coda. Nel primo tempo, ad essere sinceri, eravamo stati molto bravi, avevamo anche avuto qualche occasione. È stato invece complesso il rientro in campo nella ripresa, quando abbiamo sbagliato l’approccio. E, quasi senza accorgercene, ci siamo ritrovati sotto di due».