Che fosse un predestinato dotato di un talento straordinario non c’era da dubitare. Ma Cristiano ha affinato le sue doti e la sua abilità con un impegno matto e disperatissimo, per dirla alla Leopardi, sui campi di allenamento. Spesso l’ho visto uscire dagli spogliatoi palleggiando e palleggiando rientrarvici. Ronaldo è una sorta di cyborg del calcio. Un organismo superiore e perfetto. Una fuoriserie, come quelle che ama guidare (e talora sfasciare). Una Ferrari, una Porsche, una Bentley Continental GT Speed, al momento la preferita nel suo sontuoso garage personale che presto trasferirà dalla villa di Tempest Street ad Alderley Edge, sobborgo chich di Manchester, nella sua nuova dimora madrilena, molto probabilmente nell’esclusivo complesso residenziale della Moraleja. L’asso di Madeira è il vero prototipo del calciatore del Terzo Millennio: forte, rapido, esplosivo, acrobatico, duro nei contrasti, tecnicamente sublime, ora anche cinico nei momenti cruciali. In un aggettivo: determinante.
Oltre alle dream-cars è anche appassionatissimo di dream-girls, ragazze copertina. Ne ha già fatta una collezione degna di Casanova. Pochi giorni fa a Porto Cervo ha mandato in estasi alcune starlet della tv nostrana… Denominatore comune: bellissime. Di più: spaziali, mozzafiato, esagerate. Esattamente come lui. Che segna gol esagerati. Come quello a Oporto nel ritorno dei quarti dell’ultima Champions. Una rete stratosferica, che gli è valso il soprannome di Rocket Ronaldo. Un razzo. Altro che Ibrahimovic, ancora fermo a quota 0 in 14 partite a eliminazione diretta della coppa più ambita.
Ma Cristiano sa conciliare la passione per il gentil sesso con il calcio. CR7, che ama vestire Dolce e Gabbana, è un professionista esemplare. Odia l’alcool e il fumo, dorme perlomeno le canoniche otto ore per notte. In casa ha una palestra e una piscina. E pochi amici tra i quali l’ex cognato José Pereira detto Zé che gli fa da segretario personale e talora cuoco e chauffeur nonché il simpaticissimo Rogerio Mendes, strepitoso imitatore, che gli cura la posta. Nel Real è pronto a giocare centravanti, seconda punta, ala o trequartista in tandem con Kaká. «L’importante è giocare. Magari solo non in porta, ma qualsiasi altro ruolo va bene. Deciderà il mister». E adesso che è in Spagna potrà affrontare il suo grande rivale Messi, che gli succederà nel Pallone d’Oro. La sfida per il titolo 2010 è già lanciata. Vogliamo scommettere sul portoghese?