Nazionale Italiana Ivan il serbo, l’avvocato: “Era ubriaco, ora è dispiaciuto”

Ivan il serbo, l’avvocato: “Era ubriaco, ora è dispiaciuto”

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Arrestato dalla polizia si era nascosto nel vano bagagli del pullman degli ultrà


ivan-serboIvan Bogdanov con i suoi tatuaggi, i suoi gesti, le cesoie, il passamontagna. E’ lui l’uomo simbolo di questa disfatta, calcistica e politica, che è Italia-Serbia. Le forze dell’ordine lo hanno cercato tutta la notte e lo hanno catturato mercoledì mattina alle 2.40. Si era nascosto nel vano bagagli in prossimità del motore.
Dall’istituto penitenziario di Marassi Ivan il serbo, esponente di una tifoseria ultranazionalista in cui dominante è la componente politica, è stato trasferito nel carcere feminile di Genova per evitare che fosse attaccato dai detenuti albanesi.  Ora trapelano alcune frasi, pronunciate ai secondini: “Non ho niente contro l’Italia, ce l’ho con la mia squadra. Amo la mia patria”. Indiscrezioni confermate dal suo legale che a SkySport24 ha affermato che Ivan, l’uomo nero era “ubriaco ed è molto dispiaciuto molto per quanto accaduto. Ivan non fa parte di alcun movimento politico ma è nazionalista come tutti i serbi e che non pensava che la partita venisse sospesa, non era il suo obiettivo”.
Le affermazioni dell’avvocato non cancellano quanto consumatosi all’interno dell’impianto genovese, in quel settore in fiamme. E proprio questa guerra personale, la guerra di Ivan nello stadio Luigi Ferraris, avrebbe avuto la valenza di un rito di iniziazione. Una sorta di cerimonia dalla prepotente componente simbolica per promuoversi al rango di capo negli ambienti della tifoseria estrema della Stella Rossa.
Ha la licenza media, è disoccupato. Come una larga fetta dei giovani serbi. “Primitivo e ritardato”, secondo un sito web locale. Ma proprio tra le giovani generazioni, il rischio di un ritorno a un nazismo rivisto. Quel tatuaggio, poi, 1389 che rimanda una precisa battaglia e sconfitta di forte pregnanza richiama movimenti ideologizzati chiaramente antidemocratici. Organizzazioni come Movimento popolare 1389 e Obraz (“guancia” o “orgoglio”), sono dietro ai responsabili della morte del tifoso inglese Brice Taton a Belgrado nel 2009. E secondo l’autorevole sito Stratfor, sarebbero proprio loro a manovrare i tifosi, fornendogli base ideologica e soldi.
Da questi ambienti, del resto, provenivano Arkan e le sue famigerate Tigri, tra i protagonisti della pulizia etnica in Bosnia durante la guerra dei Balcani, che fin da subito mischiarono il tifo calcistico con attività di tipo parapolitico, sotto forma di manovalanza per chiunque – Djindjic piuttosto che Milosevic – avesse interesse a creare disordini “dall’alto”. Ed è proprio la commistione di interessi politici ad aver legato negli ultimi tempi ultras delle due sponde (Stella Rossa e Partizan), ex paramilitari orfani di Arkan e ambienti della destra ultranazionalista in una miscela esplosiva, che punta sostanzialmente a destabilizzare il paese. In Serbia 19 persone di ritorno da Genova sono state arrestate, sfuggite forse alle maglie postpartita.
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