Calcio Italiano La Juve batte l’Udinese e torna a -5 dall’Inter

La Juve batte l’Udinese e torna a -5 dall’Inter

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Un gol di Grosso in apertura di secondo tempo decide il posticipo della 13ª giornata di Serie A: i bianconeri restano in scia dei nerazzurri. Nella ripresa entrano anche Del Piero e Sissoko al posto di Giovinco e Melo

 

GrossoTre punti per sperare. O magari solo per sognare. La Juve risponde così all’Inter, battendo l’Udinese e rimanendo a meno cinque, anche se il gap in fatto di qualità tra la capolista e la squadra di Ferrara rimane abissale. E in vista del big match con i nerazzurri la tifoseria juventina mostra il peggio di sè intonando cori pesanti contro Mario Balotelli. Davanti alla peggior Udinese vista a Torino negli ultimi dieci anni, senza Di Natale, Pepe e Sanchez e priva della sua arma più temibile, la velocità, i bianconeri di Torino hanno faticato moltissimo, regalando un tempo all’avversario, arrivando al gol quando già cominciava a serpeggiare il nervosismo e per i fischi era questione di minuti, accusando i soliti affanni nel finale, senza riuscire a mettere nel frattempo al sicuro il risultato.

VITTORIA MERITATA – La vittoria, comunque, nonostante la prova opaca degli uomini di Ferrara, appare meritata, perché l’Udinese ha effettuato un solo tiro in porta in novanta minuti, per di più da fuori area. È stato il giorno di due ritorni importanti, Del Piero e Sissoko. Il secondo è apparso ancora una volta indispensabile e già in discreta condizione, mentre il capitano è ancora lontano dalla forma, fisica e tecnica, dei tempi belli. Ma il forno juventino offre questa farina: se i sostituti dei due rientranti sono Melo e Giovinco, Ferrara deve mettersi le mani nei capelli, senza alternative, altro che turn over. Il brasiliano ha perso la bellezza di sette palle in trenta minuti e il tecnico lo ha tolto per la disperazione: appare in crisi di identità e anche psicofisica, forse lui stesso in difficoltà a capire a che cosa serva a una squadra come quella in cui gioca. Per Giovinco, un ritornello ormai suonato troppe volte: impalpabile, inadeguato, ininfluente.

COSA VA E COSA NO – La novità tattica della serata appare il ritorno al 4-4-2, con cui Ferrara ha ridisegnato la squadra dopo l’ingresso di Alex, seconda punta vicino ad Amauri con Diego esterno sinistro a ridosso degli attaccanti. Non è escluso che, dopo tre mesi di esperimenti, Ciro si affidi a questo schema in futuro, tantopiù che ha trovato un terzino come Caceres, che non è un fenomeno, ma spinge con continuità (l’assist per il gol è stato suo, come a Tel Aviv). Tra le note dolenti della Juve, anche un Amauri sotto tono: nel primo tempo ha fallito un gol solo davanti ad Handanovic e nella ripresa, lanciato da Poulsen, si è fatto rimontare da Zapata quando era a tu per tu con il portiere. L’Udinese, dopo un primo tempo ancora più fiacco di quello della Juve (oltre all’occasione di Amauri, c’era solo stato un buon tiro di Diego su cui Handanovic ci aveva messo i guantoni), ha tentato di alzare la testa, inserendo il veloce Romero che ha messo in crisi per uno spezzone la fascia difensiva destra di Ferrara, ma ha raccolto poco e niente in fare conclusiva.

I PERICOLI – Una sola conclusione pericolosa, di Floro Flores che, sfuggito a Chiellini al quarto d’ora, ha trovato Buffon pronto come sempre alla respinta. Ma è troppo poco. La Juve, in compenso, poteva raddoppiare nel finale con una zuccata di Camoranesi su cui il portiere friulano ha compiuto l’ennesima prodezza. Ancora bene Poulsen, più sicuri del solito Chiellini e Cannavaro, Camoranesi ispirato ma non eccelso, Diego così così. Tra i friulani su tutti Handanovic, interessante Basta, troppo poco sfruttato Romero, D’Agostino sotto le aspettative.


Fonte: Corriere dello Sport

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