Oltre 440 mila euro di multe. Questa la cifra relativa al costo rappresentato dalle intemperanze dei tifosi sui bilanci delle società di Serie A. Ne parla oggi Tuttosport, che, esaminando i comunicati del giudice sportivo, ha fatto i conti in tasca ai club che si sono trovati alle prese con insulti razzisti, striscioni disgustosi, coreografie di dubbio gusto, risse e ruberie messe in atto dai propri delinquenti-tifosi.
In questa speciale classifica, comanda in modo tutt’altro che onorevole la Juventus, società maggiormente colpita dalla mannaia del giudice sportivo Tosel, con 123 mila euro di multa comminati. I tifosi bianconeri sono spesso protagonisti di striscioni razzisti, oppure gravemente offensivi verso tifoserie avversarie (vedi quello esposto in modo ignobile contro i torinisti, inneggiando alla strage di Superga). Ma i bianconeri sono in “buona” compagnia: dai milanisti autori dello striscione riferito a Pessotto agli atalantini (20 mila di euro di multa all’Atalanta per “cori costituenti espressioni di discriminazione territoriale” contro Lazio e Palermo), ai tifosi dell’Udinese che rivolsero ululati razzisti contro Luciano del Chievo.
Sono solo alcuni episodi che vanno a comporre il nutrito bollettino che, settimanalmente, il giudice sportivo deve esaminare e sanzionare. Insieme a questi ci sono le irruzioni negli autogrill e nei bar adiacenti gli stadi, i lanci di oggetti e gli insulti verbali. Soldi che, usciti dalle casse societarie, finanziano la Lega e progetti di beneficienza.
Non partecipa a questa “raccolta fondi” il Cagliari. I suoi tifosi, trattati da mesi come carne da cannone a causa dei repentini e fantozziani cambi di stadio come fossero maglioni fuori moda, con i comportamenti virtuosi permettono di mantenere pulita la fedina della società. Solo Chievo, Palermo, Parma e Sampdoria fanno compagnia ai sardi.
Cagliari (inteso come squadra ma anche come comunità cittadina) “favorito” dal fatto che buona parte delle partite si sia svolta senza pubblico, ma orgoglioso della compostezza mostrata in circostanze come la temuta gara casalinga contro il Napoli o in occasione dei numerosi presidi fuori dallo stadio Is Arenas, in occasione dei match giocati a porte chiuse o con agibilità limitata.
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